Il punto G è reale: la scoperta dei ricercatori

A quanto pare esiste davvero

 

Dopo anni di dibattiti sulla sua esistenza, i medici pensano di aver scoperto la prova definitiva che l’inafferrabile punto G esiste davvero. Un team di ricercatori turchi ritiene di aver confermato la cosiddetta zona erogena situata a pochi centimetri nell’organo genitale femminile, come descritto in un nuovo studio pubblicato sull’European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology. I ricercatori hanno scoperto che le donne hanno sperimentato climax minori e meno intensi in seguito a un intervento chirurgico a un’area che da tempo si pensava contenesse il punto G. Hanno seguito la funzione intima di 89 pazienti sottoposte a interventi di colporrafia anteriore, una procedura ricostruttiva per riparare la debolezza della parete anteriore della vagina che causa la caduta della vescica.

Il prolasso della parete anteriore si verifica quando viene esercitata una pressione eccessiva sui muscoli del pavimento pelvico che tengono in posizione la vescica, l’utero e l’intestino e può essere causato da parto, sollevamento di carichi pesanti, tosse o costipazione. Le pazienti, di età compresa tra i 24 e i 62 anni, che si sono sottoposte all’intervento tra il maggio e il dicembre 2021, hanno compilato un “Questionario intimo sul prolasso degli organi pelvici/incontinenza urinaria” prima e sei mesi dopo l’intervento, per determinare l’impatto sulla loro funzione intima.

I ricercatori non sono d’accordo sulle sue dimensioni, sulla sua posizione e sul suo nome

Mentre l’eccitazione e la libido sono rimaste invariate dopo l’intervento “abbiamo riscontrato una notevole diminuzione del climax in queste pazienti”, scrivono gli autori dello studio, suggerendo che il punto G è stato danneggiato durante l’intervento. Anche il dolore durante il rapporto intimo è aumentato dopo l’operazione, hanno osservato gli autori. La parete anteriore della vagina, presunta sede del discusso punto G, si gonfia durante l’eccitazione e si ritiene che svolga un ruolo nell’apice del piacere. Tuttavia, i ricercatori non sono d’accordo sulle sue dimensioni, sulla sua posizione e sul suo nome, e alcuni sostengono che il termine sia fuorviante.

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L’anno scorso, uno studio ha chiesto che il punto caldo erogeno, scoperto per la prima volta dal ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg, venga ribattezzato “zona G” a causa delle sue diverse funzioni, fattori scatenanti e posizioni che variano da persona a persona. Tuttavia, altri studi hanno suggerito che il punto G sia fasullo dopo che i ricercatori non hanno trovato una struttura anatomica che potesse essere identificata come il centro del piacere, attribuendogli la vicinanza al clitoride. Nel frattempo altri ipotizzano che il punto G sia solo un’estensione del clitoride, che un tempo si credeva fosse composto solo da un fascio di nervi esterni grandi come un’uvetta.

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