La necessità di produrre suoni a intonazione variabile sarebbe antecedente alla parola stessa, in quanto più efficace per esprimere le emozioni
- La capacità dell’uomo di riprodurre suoni a intonazione variabile risale agli albori dell’umanità e si presume si sia manifestata ancora prima delle parole
- Probabilmente il primo suono è nato cercando di imitare i rumori della natura
- Per il filosofo Herbert Spencer tutto nasce da un’esigenza emotiva. L’uomo esprime le proprie emozioni attraverso un linguaggio diverso e più efficace delle parole
- Il biologo e naturalista Charles Darwin sostiene invece che la musica non è un’acquisizione culturale ma fa parte nella natura non solo dell’uomo ma di tutto il mondo animale
- Per Jeremy Montagu la musica crea legami forti ed è possibile che abbia favorito la nascita della società stessa, tenendo insieme individui che avrebbero invece potuto condurre vite solitarie
La capacità dell’uomo di riprodurre suoni a intonazione variabile risale agli albori dell’umanità e si presume si sia manifestata ancora prima delle parole. Probabilmente il primo suono è nato cercando di imitare i rumori della natura.
La musica nasce da un’esigenza emotiva
Sull’argomento sono stati scritti molti trattati che cercano di trovare una risposta univoca sul perché ad un certo punto dell’evoluzione umana l’uomo abbia sentito l’esigenza di comunicare con gli altri simili attraverso suoni di diverse tonalità.
Per Herbert Spencer (1820-1903), filosofo autore del saggio “Origine e funzione della musica”, tutto nasce da un’esigenza emotiva. L’uomo avverte il bisogno di esprimere le proprie emozioni attraverso un linguaggio diverso e più efficace delle parole. Secondo l’autore quindi, la musica nasce come sfogo psichico.
Si manifesta ancora prima delle parole
Il biologo e naturalista Charles Darwin (1809-1882) invece contesta la tesi, poiché ritiene che la musica appartenga all’intero universo vivente e non solo all’uomo. Essendo presente anche negli animali, come strumento di comunicazione e richiamo sessuale in molte specie, la musica non è un’acquisizione culturale ma un elemento insito nella natura. Anche l’uomo quindi avrebbe comunicato con il ritmo e i suoni prima ancora di acquisire un linguaggio articolato. Per Darwin la musica fa parte del DNA e il suono è all’origine delle cose.
Jeremy Montagu (1927.2020), esperto di fama mondiale nella storia e nello sviluppo degli strumenti musicali, in uno dei suoi saggi affronta la nascita delle prime espressioni musicali partendo dal ritrovamento di rudimentali strumenti realizzati con ossa alari di cigni e avvoltoi, databili tra 39.000 e 43.000 anni fa. I primi suoni prodotti dall’uomo ovviamente erano legati al ritmo e alle percussioni.
La musica crea legami sociali
L’esperto afferma che il bisogno di esprimersi con mezzi diversi dalle parole è sempre esistito nelle società umane e che la storia della musica è la storia dell’uomo. Per Montagu «la musica è un suono che trasmette emozioni», al pari della cantilena di una madre per calmare il proprio bambino: una musica semplice probabilmente antecedente alla parola.
«La musica può creare legami forti come quello tra madre e figlio» afferma Montagu «alleggerisce le fatiche di un lavoro ripetitivo o da il ritmo, potenziando il lavoro stesso. Danzare o cantare insieme prima di una caccia o di una battaglia lega i partecipanti in un gruppo coeso. È persino possibile che la musica, creando tali legami, abbia favorito la nascita della società stessa, tenendo insieme individui che avrebbero invece potuto condurre vite solitarie».
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Con l’evoluzione dell’uomo si sono sempre più affinati gli strumenti per produrre suoni. I numerosi reperti archeologi testimoniano le diverse tipologie di oggetti della natura utilizzati per lo scopo, principalmente ossi lavorati di animali, canne, corni.
Tuttavia delle prime espressioni musicali non sappiamo altro. Seppure si abbiano reperti o si conoscano iscrizioni o disegni rupestri, possiamo solo ipotizzare i suoni e ritmi dell’epoca.

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