Quanti fanno davvero il lavoro dei loro sogni?

Quanti hanno soddisfatto i desideri che avevano da bambini?

 

Quanti italiani stanno effettivamente svolgendo il lavoro dei loro sogni e quali sono le professioni più ambite nella nostra penisola? Secondo uno studio condotto da Glickon, soltanto una persona su cinque svolge il ruolo che aveva sognato durante l’infanzia. Un dato che, se da un lato invita alla riflessione, non scoraggia chi è già immerso nel mondo del lavoro. Secondo lo studio, oltre il 90% delle persone ritiene che sognare sia ancora importante. L’83% degli italiani afferma che il lavoro dei sogni esiste, mentre più del 60% dichiara di impegnarsi quotidianamente per trovarlo o realizzarlo. Per oltre un lavoratore su tre, la realizzazione del proprio talento è più di un sogno: è una priorità che può persino spingere a cambiare vita e lavoro.

Infatti oltre l’80% delle persone intervistate ha valutato la possibilità di abbandonare la propria posizione lavorativa per inseguire una vocazione. Sorprendentemente, il 77% accetterebbe questo rischio, anche a costo di rinunce, sacrifici e incertezze economiche. Uno sguardo particolare merita la generazione più matura, che dimostra di essere la più legata ai sogni, superando addirittura i giovani della Gen Z e i Millennial. Questi ultimi sembrano prestare maggiore attenzione a fattori come l’organizzazione del lavoro per obiettivi e la gestione flessibile del tempo e delle vacanze.

Le professioni più e meno ambite

Ma quali sono attualmente le professioni più ambite nel mondo? Secondo uno studio di Remitly, il lavoro di pilota di aerei si piazza al primo posto a livello globale. Questo mestiere non solo offre eccellenti bonus e benefit, ma attira anche per il fascino intrinseco, consentendo di immaginare viaggi verso paesi lontani e di godere di viste mozzafiato. Al secondo e terzo posto figurano rispettivamente gli scrittori e i ballerini. Tuttavia, diverse posizioni nella classifica sono occupate dalle nuove professioni dell’era digitale: al quarto posto troviamo gli Youtuber, al settimo gli influencer e al dodicesimo i blogger. In Italia, invece, un’indagine di Adecco rivela un panorama completamente diverso. Il lavoro più ambito nelle diverse regioni è quello del medico, segno di un crescente interesse per le professioni sanitarie nell’ultimo decennio, influenzato anche dalla pandemia di COVID-19. L’interesse verso la professione medica è aumentato dell’+85% rispetto a dieci anni fa, e quello dell’infermiere del +39%.

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Gli italiani mostrano un notevole interesse per il ruolo dello psicologo (+148%) e del nutrizionista (+349%), evidenziando una maggiore sensibilità nei confronti della salute mentale e dell’alimentazione. Il settore digitale ha registrato una crescita straordinaria, con un aumento del +505% per la figura dell’influencer, un dato notevole considerando che nel 2013 questa professione era ancora agli inizi. Altri settori, come cultura ed educazione, evidenziano una tendenza positiva. Cresce del +75% l’interesse per la carriera di scrittore, del +78% per quella di insegnante e del +123% per quella di professore. Tuttavia, alcune professioni soffrono di una diminuzione di interesse: il giornalista registra un calo del -9%, l’archeologo del -51%, e le figure di giudice e avvocato scendono rispettivamente del -20% e del -28%. Un dato curioso riguarda il mondo delle forze dell’ordine: i giovani italiani sembrano meno propensi a sognare di diventare poliziotti o pompieri. L’interesse per la carriera di poliziotto è diminuito del -21%, mentre per quella di pompiere addirittura del -32%.

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