Questione di geni

“Mi chiamo Silvio e anni fa ho fatto la vasectomia. La mia nuova compagna ha un’idea assurda per avere un figlio insieme. Mia moglie è morta ormai 10 anni fa e io mi sono rifatto solo di recente una vita. È stata dura, ma all’alba dei 55 anni ho di nuovo voglia di rimettermi in gioco in modo serio. Anche la mia compagna la pensa così. Lei è un po’ più giovane di me, un po’ tanto. E non soltanto vuole matrimonio (non ora, ma in futuro) ma vuole anche un figlio. Io glielo darei volentieri, giuro, ma non posso. Ho fatto una vasectomia e sono sterile. Lei ci è rimasta malissimo e dopo una fase in cui sembrava essersene fatta una ragione è tornata alla carica. Nella chat leggerete quello che mi ha proposto per superare questo mio problema e avere lo stesso un figlio, che sia, diciamo, nostro. Ma io non so se questa cosa sia possibile, sia legale, sia etica, sia folle, sia malsana. Vi scrivo per chiedervi un parere. Cosa fareste al mio posto? Come la prendereste?? Dovrei assecondarla, provare e vedere che succede, oppure dirle di no?”

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Silvio, dopo aver superato la perdita della moglie avvenuta dieci anni fa, ha iniziato una nuova relazione che lo ha portato a considerare seriamente la possibilità di impegnarsi nuovamente in una vita di coppia. A 55 anni, si trova di fronte al desiderio della sua compagna, significativamente più giovane di lui, di costruire una famiglia insieme, che include sia il matrimonio in futuro sia la volontà di avere un figlio. Tuttavia, Silvio si trova di fronte a un ostacolo insormontabile per quanto riguarda la procreazione naturale: anni prima ha subito una vasectomia, rendendosi quindi sterile.

La compagna di Silvio, dopo un iniziale periodo di accettazione, ha riproposto il tema, suggerendo una soluzione alternativa per avere un figlio che possa essere considerato biologicamente di entrambi, nonostante la condizione di Silvio.

Questa proposta ha lasciato Silvio incerto e confuso riguardo alle possibili implicazioni di tale soluzione, sia in termini legali che etici, oltre a interrogarsi sulla fattibilità e sulle conseguenze che una tale scelta potrebbe comportare per la loro relazione e per il futuro bambino. Di fronte a questa situazione complessa, Silvio si chiede come agire: accettare la proposta della sua compagna, esplorando le opzioni disponibili che potrebbero permettere loro di avere un figlio “nostro” in un modo non convenzionale, oppure opporsi alla proposta, spiegando le sue perplessità e cercando insieme alternative che possano soddisfare il desiderio di entrambi di formare una famiglia, pur rispettando i limiti etici, legali e personali?

La decisione richiede una riflessione approfondita e un dialogo aperto con la compagna, considerando attentamente tutte le implicazioni della proposta, sia quelle immediate che quelle a lungo termine. È essenziale valutare non solo le proprie emozioni e desideri ma anche le possibili conseguenze sulla vita del futuro bambino e sulla stabilità della coppia, cercando di trovare un equilibrio tra il desiderio di genitorialità e le responsabilità etiche che questa scelta comporta.

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