Un regalo di nozze poco gradito

“Ciao a tutti, ecco la mia storia che vorrei leggeste non tanto per darmi un consigli specifico perché anche se ho litigato con il mio fidanzato e futuro marito non ho bisogno di sapere se devo perdonarlo o meno, ovviamente lo farò, ma più che altro per farvi leggere le assurdità che mi ha detto e che ha preteso. Anche per capire se questa pratica di cui mi ha parlato è una prerogativa tutta sua o se sono io che ho vissuto in un mondo tutto mio fino a ora. E poi certo magari potreste dirmi se dovrei piegarmi alla sua richiesta, anche se sono totalmente contraria, ma lo vedrete leggendo. In ogni caso io e lui stiamo insieme da tantissimi anni e pur non convivendo ancora mi ha chiesto di sposarlo e quindi convoleremo a nozze fra poco più di un mese. Una cosa importante che dovreste sapere è che io sono credente e lui no e per questo motivo ha fatto la cresima appositamente per sposarci in chiesa, anche se io comunque gli avevo detto che non c’era bisogno e anzi per me potevamo addirittura fare un matrimonio civile, oltre che più in piccolo, ma lui sia per me che per i miei parenti ha voluto farlo in chiesa e più in grande. Non è effettivamente rilevante per ciò che leggerete, ma a un certo punto ho pensato che questo matrimonio in grande e questa questione dei regali sia più voluta da lui che non dai miei.”

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La narrazione condivisa racconta di una complessa dinamica relazionale tra la narratrice e il suo fidanzato, nonché futuro marito, evidenziando un litigio sorto a causa di richieste e aspettative divergenti riguardanti il loro imminente matrimonio. La particolarità di questa storia risiede non tanto nella richiesta di consigli su come gestire il disaccordo o se perdonare il partner – decisione che la narratrice ha già preso – ma piuttosto nel desiderio di condividere e riflettere sulle “assurdità” espresse dal fidanzato durante il loro litigio.

Un aspetto rilevante della loro relazione è la differenza di background religioso: la narratrice è credente, mentre il suo fidanzato no. Nonostante ciò, lui ha deciso di fare la cresima per potersi sposare in chiesa, un gesto che dimostra la sua volontà di andare incontro ai desideri della partner e della sua famiglia, nonostante le personali convinzioni religiose. Questa scelta, per quanto apprezzata, non è stata ritenuta necessaria dalla narratrice, che si sarebbe accontentata di un matrimonio civile e in forma più intima.

Il cuore del litigio sembra ruotare attorno all’organizzazione del matrimonio, in particolare la dimensione dell’evento e la gestione dei regali, con il fidanzato che appare più incline a volere una cerimonia grande e formale, forse in contrasto con le preferenze iniziali della narratrice. Ciò solleva interrogativi sulla natura delle concessioni e dei compromessi che le coppie sono chiamate a fare nel corso della pianificazione del matrimonio, in particolare quando queste implicano aspetti così personali e significativi come le convinzioni religiose e le aspettative familiari.

La narratrice sembra trovarsi in una posizione di conflitto interiore, dovendo bilanciare il proprio desiderio di rispettare le richieste del partner con la necessità di mantenere fede ai propri principi e preferenze. La sua riflessione finale invita i lettori a considerare non solo la specificità della sua situazione, ma anche la più ampia questione di come le coppie gestiscono le differenze e negoziano i dettagli significativi della loro vita condivisa, specialmente in vista di un evento tanto importante quanto un matrimonio.

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