Le richieste più strane in cui si sono imbattuti gli avvocati nei testamenti

Chi lo avrebbe detto che i testamenti sono divertenti?

 

Il testamento non è una cosa molto divertente da leggere, a meno che non si ereditino dei  milioni da uno zio sconosciuto. Qualcuno sul web ha chiesto agli avvocati di raccontare le richieste più strane dei defunti, e quelle sì che fanno ridere. Eccole!

Sei richieste strane nei testamenti

Un’anziana donna senza parentele ha chiesto che la sua casa molto grande e in un quartiere ricco andasse a degli amici di famiglia. La disposizione valeva finché i suoi gatti erano vivi, poiché dovevano prendersi cura di loro in quella casa. Una volta morti i gatti la proprietà andava venduta e il ricavato dato in beneficienza. I gatti ci sono ancora dopo vent’anni. Stranamente hanno cambiato colore!

Una donna ha diviso equamente il suo denaro ai suoi nipoti. A eccezione del più grande, che ha avuto una somma più corposa, con la raccomandazione di organizzare una grandissima festa di famiglia con quel denaro.

Un nonno ha chiesto nel testamento che il suo capannone venisse pulito solo e soltanto dal nipote. Quest’ultimo, dentro ci ha trovato semi di cose non proprio legali, giornaletti e film osé, e altre cose segrete che preferiva non trovasse nessun altro.

I gatti sono sempre i più fortunati a quando pare. Un uomo ha lasciato in eredità ai suoi gatti 100.000 euro circa per mantenere lo stile di vita che avevano quando era in vita. Mai desiderato come oggi essere un gatto.

Un uomo ha lasciato scritto nel suo testamento che se qualcuno degli eredi avesse contestato la sua spartizione dei beni, magicamente la sua parte sarebbe diventata di poco meno che un euro.

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Torniamo ai gatti, argomento che va a braccetto con i testamenti. Una coppia piuttosto ricca ha lasciato a destra e a sinistra ingenti somme di denaro e costose opere d’arte. Ai figli invece ha deciso di lasciare solo i suoi gatti. Il motivo si è scoperto dopo. I figli avevano preso dei gatti come compagnia alla coppia durante la vecchiaia. I genitori odiavano i gatti.

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