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C’è chi misura la giornata in tazze di caffè e chi, più realistico, in corse al bagno. Avere un “rapporto sano” con la propria vescica non è solo questione di autocontrollo, ma di ascolto. Ogni età ha infatti il suo ritmo fisiologico, come spiega l’urologo Hamid Abboudi: non conta solo quanto bevi, ma anche quanti anni ha la tua vescica.
I bambini, ad esempio, sono dei veri maratoneti della toilette: possono arrivare fino a 14 viaggi quotidiani. Crescendo, la situazione migliora (o peggiora, dipende dal punto di vista), stabilizzandosi tra le 6 e le 12 volte. D’altronde, una vescica in allenamento è una vescica felice.
Arriva poi l’adolescenza, quel periodo in cui anche la vescica sembra attraversare la sua crisi di identità. La media scende a 4-6 volte al giorno, ma gli sbalzi ormonali possono far variare la frequenza. Nulla di grave, dicono i medici: se non si tratta di infezioni o diabete, basta lasciare che gli ormoni facciano il loro corso. Ma se il bagno diventa la tua seconda casa, forse è il caso di parlarne con un medico. La vescica, si sa, non ama essere ignorata.
Negli adulti, la media si stabilizza tra le 5 e le 8 volte al giorno, ma superata la soglia dei 60 anni il conteggio tende a salire. Gli anziani possono arrivare a più di 10 “visite”, spesso anche notturne. La colpa? A volte dei diuretici, a volte della prostata, o semplicemente del tempo che passa.
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Per le donne, invece, la gravidanza è un capitolo a parte: la pressione del pancione sulla vescica trasforma ogni passeggiata in una missione strategica. Insomma, che si tratti di età, ormoni o fisiologia, la vescica ci parla ogni giorno. Sta a noi imparare ad ascoltarla – possibilmente, prima che sia troppo tardi per arrivare in bagno.
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