Fonte: YouTube
Hai dormito, bevuto acqua, fatto colazione con doppio espresso e promesso che “mai più”. Eppure il tuo cervello sembra non aver ricevuto il memo. Secondo uno studio francese, anche dopo una settimana di astinenza, gli effetti della sbornia sono ancora lì a disturbare memoria e attenzione. La vera ripresa? Richiede almeno 18 giorni. Sì, diciotto. Non diciotto ore, né diciotto bicchieri d’acqua.
I ricercatori hanno scoperto che il 60% delle persone monitorate continuava a mostrare disturbi cognitivi dopo otto giorni senza toccare alcol. Solo dopo diciotto giorni si cominciano a notare miglioramenti tangibili. Insomma, il famoso “una notte per riprendersi” è un mito da sfatare, almeno per il cervello.
Durante una sbornia, l’alcol entra nel flusso sanguigno e si fa un bel giro in tutti gli organi. Quando arriva al cervello, però, non si limita a dire ciao: fa danni. Secondo lo studio, con una singola ubriacatura si possono perdere circa 100mila neuroni. È un numero paragonabile a quelli che perdiamo in due giorni di vita normale. E no, non si rigenerano con una tisana detox.
Oltre ai danni a breve termine, c’è il rischio di compromettere la salute a lungo andare. Il consumo cronico di alcol è associato a malattie gravi come cirrosi, tumori e disturbi cardiovascolari. Ma il danno peggiore, almeno per chi ha ancora un po’ di memoria, è quello cerebrale: strutturale, funzionale e spesso irreversibile.
Se ti stai già aggrappando all’idea del famoso bicchiere di vino rosso a cena, fermati. Il CREA, l’organo tecnico del Ministero dell’Agricoltura, è piuttosto chiaro: non esiste una quantità di alcol esente da rischio. Neanche quella piccola dose quotidiana tanto decantata da cardiologi nostalgici.
Il concetto di “bere responsabilmente” ha senso solo se si considera che ogni sorso comporta un rischio, anche se minimo. E il cervello, pare, non fa sconti neanche ai bevitori moderati. D’altra parte, se bastano 18 giorni per rimettersi da una sbornia, forse il calice serale può anche aspettare.
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La prossima volta che ti ritrovi a barattare lucidità per un brindisi di troppo, ricordati che il tuo cervello ha un calendario tutto suo. E che per rientrare in pista dopo una notte allegra, servono settimane, non ore. Anche perché il prezzo da pagare potrebbe essere una memoria più corta o una concentrazione ballerina. La soluzione? Non serve diventare astemi, ma sapere che anche un consumo moderato ha i suoi effetti. E che la sbornia, purtroppo, non finisce con il mal di testa del giorno dopo.
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