Scendere a patti con sé stessi: quando accettare il compromesso?

Scenedere a patti con noi stessi? Solo se ci fa stare bene

 

Quando si parla di relazioni interpersonali, ci si riferisce spesso al compromesso come una via di mezzo utile a soddisfare le esigenze di ognuno, senza erigere muri che potrebbero mettere a repentaglio la relazione. Scendere a patti con gli altri, infatti, ci consente di trovare un accordo in cui a vincere sono tutti, mantenendo il rapporto equilibrato e rispettoso. Naturalmente, affinché ciò avvenga è necessario che la decisione presa di comune accordo non leda o mini i valori e l’identità delle varie parti in gioco.

Il compromesso, però, può essere applicato non solo alla relazione con gli altri, ma anche a quella con noi stessi. È lecito scendere a patti con diverse parti di noi che hanno desideri e bisogni diversi? La risposta è sì, purché ci faccia star bene. Il cuore della questione è prestare ascolto al proprio sé, cercando di accogliere e accettare tutte le istanze – a volte apparentemente contradditorie e persino inconciliabili – che da esso provengono. Acquisire consapevolezza attraverso un ascolto non giudicante è il primo passo per capire se scendere a patti con noi stessi è la decisione giusta.

Accogliamo con compassione e rassicurazione tutte le parti di noi

Attenzione ai tranelli: a volte può capitare che attribuiamo a noi stessi l’intenzione di procedere in una data maniera o di comportarci in un certo modo, quando in realtà siamo mossi dalla spinta di piegarci alle aspettative altrui. La paura del giudizio e del rifiuto, infatti, potrebbero ingannarci e spingerci verso una scelta che potrebbe farci guadagnare l’approvazione degli altri, ma condurci a tradire noi stessi.

Senza contare, poi, che un basso grado di autostima può inibirci dall’intraprendere decisioni audaci o dal raggiungere le nostre ambizioni. In questo caso, non si tratta di scendere o meno a patti con noi stessi, ma di confrontarci con la paura del fallimento. Prestiamo ascolto all’ansia di non farcela e di non essere abbastanza, senza però lasciarci incasellare dalle definizioni di incapace, incompetente o immeritevole.

Leggi anche: Paura di fallire: come superarla e raggiungere i nostri obiettivi

Soffermando la nostra attenzione su parti di noi che non si reputano degne di raggiungere determinati traguardi potremo scoprire dove e perché sono nati giudizi tanto impietosi nei nostri confronti, e come imparare ad accogliere con compassione e rassicurazione questi sentimenti, senza che possano sopraffarci.

Share