Coccodrilli, dinosauri e apocalisse: chi sopravvive sempre? Loro: il segreto della longevità dei coccodrilli

Coccodrilli e estinzioni di massa: una lunga storia evolutiva

 

I coccodrilli non sono solo mascotte preistoriche con denti affilati e zero simpatia, ma campioni indiscussi di resilienza. Esistono da oltre 200 milioni di anni e sono riusciti a superare due eventi catastrofici che hanno messo fine a gran parte della vita sulla Terra. Un recente studio pubblicato su Palaeontology ci ricorda che la loro evoluzione non è affatto rimasta ferma, ma è stata un continuo esercizio di adattamento ecologico.

La chiave del successo di questi rettili non è una corazza impenetrabile né il morso potente, ma qualcosa di molto più strategico: la flessibilità. I loro antenati, appartenenti al gruppo dei crocodilomorfi, erano tutt’altro che monotoni. Mentre oggi li immaginiamo come predatori acquatici pazienti e letali, in passato spaziavano da erbivori terrestri a onnivori generalisti, capaci di cavarsela in ambienti e situazioni molto diverse.

Come i coccodrilli hanno superato due estinzioni

Durante l’estinzione di massa del Triassico, circa 201 milioni di anni fa, i predatori specializzati non ebbero molte chance. A resistere furono invece le specie più generaliste, meno esigenti e capaci di adattarsi a nuovi ambienti e fonti di cibo. La stessa dinamica si ripeté alla fine del Cretaceo, quando l’asteroide che fece scomparire i dinosauri lasciò spazio ai crocodilomorfi più flessibili.

I paleontologi sono riusciti a ricostruire queste strategie di sopravvivenza analizzando denti e crani fossili di 99 specie estinte e 20 ancora in vita. La forma dei denti rivela la dieta: quelli seghettati appartenevano a carnivori, mentre denti piatti e robusti erano perfetti per una dieta vegetale. Insomma, anche il sorriso dice molto su come sopravvivere a una catastrofe globale.

Coccodrilli oggi: ultimi superstiti con problemi moderni

Oggi esistono solo 26 specie di coccodrilli e parenti, quasi tutte legate ad ambienti d’acqua dolce. Questi superstiti dell’era mesozoica continuano a cavarsela proprio grazie alla loro capacità di adattamento, ma stanno affrontando una nuova sfida: la sesta estinzione di massa, quella causata interamente dagli esseri umani.

Distruzione degli habitat, inquinamento, cambiamenti climatici e urbanizzazione sono le nuove “apocalissi” moderne. Specie come il gaviale del Gange o il coccodrillo siamese sono ormai al limite, e la loro sopravvivenza dipende da quanto siamo disposti a intervenire per proteggerli. In altre parole, oggi non è una cometa a minacciare questi rettili, ma la nostra disattenzione ambientale.

Flessibilità ecologica: il superpotere dei coccodrilli

Il messaggio dello studio è chiaro: i coccodrilli sono sopravvissuti perché non si sono fossilizzati nel loro stile di vita, ma hanno saputo cambiare in base alle condizioni. Questo insegnamento potrebbe tornare utile anche a noi, visto che la flessibilità ecologica è sempre più preziosa in un mondo in rapida trasformazione.

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Tuttavia la loro adattabilità ha dei limiti. Se vogliamo che continuino a esistere anche nei prossimi milioni di anni, dovremo evitare di rendere inabitabili fiumi, paludi e ambienti naturali in cui vivono. I coccodrilli ci sono arrivati fin qui con le proprie forze, ma da qui in avanti la partita si gioca anche sul nostro campo.

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