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Grazie a una ricerca condotta dalla University of Southern California Dornsife in collaborazione con la University of Colorado Medical School, è stato scientificamente provata l’esistenza di un sesto gusto: l’ammonio. Questo sapore è un sale alcalino simile al garum, un ingrediente a base di interiora di pesce fermentato utilizzato dagli antichi romani per insaporire i cibi. L’ammonio è stato identificato come uno ione poliatomico caricato positivamente, con la formula chimica NH4CI.
A concentrazioni elevate, il cloruro di ammonio è tossico e attiva nella lingua una proteina chiamata OTOP1, responsabile anche della percezione del gusto acido. Gli studiosi hanno notato che la capacità di rilevare l’ammonio è presente in tutte le specie, umane e animali, e potrebbe essere un meccanismo evolutivo di difesa contro sostanze dannose o sgradevoli, comuni nei prodotti di scarto e nella materia organica in decomposizione. L’ammonio si trova in cibi come l’hakarl, una carne di squalo putrefatta e fermentata tipica della cucina del Nord Europa.
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Chi lo assaggia per la prima volta descrive il suo sapore come tagliente e esplosivo. Le caramelle svedesi chiamate salmiak, alla liquirizia salata, sono un esempio di cibo che contiene ammonio, con un gusto inizialmente aspro e tagliente che si trasforma in qualcosa di amaro e dolce. Nonostante la prova scientifica, non è certo che l’ammonio diventerà comunemente riconosciuto come il sesto gusto, dato che nel passato sono stati proposti altri sapori, come il kokumi e il gusto per il grasso regolato dal gene CD36, senza entrare ufficialmente nell’elenco dei sapori riconosciuti.
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