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A Shanghai hanno preso il concetto di “muoversi con tutta la casa” un po’ troppo sul serio. Il complesso Huayanli, un edificio storico costruito negli anni Venti, ha infatti fatto le valigie – metaforicamente parlando – e si è spostato di qualche centinaio di metri. Niente gru o trasporti eccezionali: il merito va a un esercito di 432 robot idraulici muniti di gambe e pazienza. Il tutto per permettere la costruzione di un nuovo progetto sotterraneo, senza sacrificare il patrimonio architettonico.
La struttura in questione copre una superficie di circa 4.030 metri quadrati e pesa intorno alle 7.500 tonnellate, ovvero l’equivalente di circa 5 milioni di euro in peso… se solo il peso avesse un prezzo. La missione era chiara: spostare questo gigantesco blocco edilizio, pezzo per pezzo, senza farlo crollare o incrinare nemmeno una tegola.
Per affrontare questa impresa, gli ingegneri non si sono affidati solo al buon senso e al cemento armato. Prima di muovere anche solo un mattone, hanno creato modelli digitali dettagliatissimi grazie al Building Information Modeling e a tecniche di scansione tridimensionale. Poi, con l’aiuto di intelligenza artificiale e sensori, hanno analizzato ogni centimetro della struttura, alla ricerca di punti deboli o possibili collisioni.
Il risultato è stato un balletto meccanico millimetrico, in cui 432 robot si sono coordinati per far “camminare” il quartiere a una velocità di circa 10 metri al giorno. Lenti, sì, ma con passo sicuro. I robot utilizzati potevano operare in spazi larghi appena 1,2 metri, perfetti per aggirarsi tra i vicoli stretti del distretto Jing’an. Un’impresa da manuale, anzi, da manuale ingegneristico.
L’operazione è partita il 19 maggio e rappresenta il più grande progetto di questo tipo mai realizzato in Cina. Il quartiere di Zhangyuan, famoso per lo stile shikumen, tipico delle case tradizionali di Shanghai, sarà rimesso al suo posto una volta terminati i lavori sotterranei. Nel frattempo, al di sotto, verrà costruito uno spazio multifunzionale con aree commerciali, spazi culturali, oltre 100 parcheggi e nuovi collegamenti con le linee 2, 12 e 13 della metropolitana.
In pratica, un lifting urbano con tanto di trasloco, eseguito con precisione chirurgica. Una soluzione decisamente high-tech per un problema molto antico: come rinnovare la città senza cancellarne la storia. La risposta, a quanto pare, è camminare piano, ma con intelligenza.
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Il progetto non è stato solo un esercizio di ingegneria, ma anche una lezione di sensibilità urbana. In un’epoca in cui la soluzione più facile è spesso demolire, Shanghai ha scelto di conservare. Ha messo insieme storia, tecnologia e innovazione per mostrare che il futuro si può costruire senza distruggere il passato. Certo, vedere un intero quartiere che “cammina” grazie a dei robot non è qualcosa che capita ogni giorno. Ma è la prova che, con le giuste risorse e una visione chiara, anche le sfide più ardite si possono affrontare… un passo (robotico) alla volta.
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