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Cocomero o anguria? Il termine corretto per indicare il frutto estivo più amato dagli italiani, noto per la sua freschezza e ricchezza di acqua e vitamine, varia a seconda delle regioni d’Italia: alcune lo chiamano “cocomero”, altre “anguria”. Questo dibattito linguistico ha radici profonde, tanto che anche l’Accademia della Crusca ha esaminato la questione per fare chiarezza. Secondo l’Accademia, “cocomero” è il termine più diffuso nell’Italia centrale e meridionale ed è considerato il nome più corretto dal punto di vista botanico. Deriva dal latino Cucumis citrullus e si riferisce al frutto della pianta della famiglia delle Cucurbitacee. In Toscana, ad esempio, questo termine è preferito da secoli, come dimostrano numerose testimonianze storiche.
D’altro canto, “anguria” è più comune nelle regioni settentrionali, come Lombardia e Veneto, ed è entrato nell’italiano tramite il veneziano, derivando dal greco tardo angóurion, che originariamente indicava il cetriolo. Questo termine ha un’elevata dignità storica, avendo fatto il suo ingresso nella lingua italiana già nel VI secolo d.C., durante la dominazione bizantina. In alcune regioni del Sud Italia, invece, il frutto è chiamato “melone d’acqua” per distinguerlo dal “melone di pane”, noto altrove semplicemente come “melone”. Questa varietà di termini dimostra la ricchezza linguistica del nostro paese, dove ogni regione ha sviluppato proprie tradizioni linguistiche legate ai prodotti della terra.
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L’etimologia del cocomero/anguria è altrettanto affascinante. Originario dell’Africa tropicale, il frutto era già conosciuto e coltivato dagli antichi Egizi, che lo consideravano sacro e lo seppellivano nelle tombe dei faraoni. In Italia, la sua diffusione si deve alle Crociate, quando i nobili lo scoprirono e introdussero nella penisola. Sia che lo si chiami cocomero o anguria, questo frutto estivo resta amato in tutta Italia. Il cocomero conserva la sua bontà, infatti, qualunque sia il termine usato per indicarlo. E voi, come lo chiamate?
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