Brucia più del peperoncino: si ustiona allo stomaco dopo un sorso d’acqua frizzante al ristorante

Ustione allo stomaco da acqua frizzante: un sorso e finisce all’ospedale

 

Quando si parla di incidenti alimentari, di solito si pensa a una forchetta maldestra o a un peperoncino troppo piccante. Ma quello che è successo a Pablo González, 42 anni, ha dell’incredibile. Dopo una cena con amici in un ristorante in Galizia, ha ordinato una semplice bottiglia di acqua frizzante. Un gesto innocuo, almeno in teoria. In realtà, quel primo sorso gli ha causato bruciature interne così gravi da richiedere il ricovero immediato.

L’uomo ha raccontato che la bevanda gli ha provocato un dolore insopportabile appena entrata in bocca. Guardando il bicchiere, ha notato che il liquido era giallastro, decisamente sospetto. Ha tentato di tamponare l’effetto con una Coca-Cola altrui, ma è servito a poco. In bagno ha cercato di sciacquare la bocca, mentre il dolore aumentava al punto da rendere necessario l’intervento di un’ambulanza.

Ricovero immediato e danni gravi a stomaco ed esofago

Pablo è stato portato d’urgenza all’ospedale di Vigo, dove i medici hanno diagnosticato ustioni interne estese. Lo stomaco era in condizioni critiche, ma l’esofago è quello che ha riportato i danni maggiori. La bocca, fortunatamente, è stata parzialmente risparmiata grazie al rapido risciacquo. Per quasi due settimane, l’uomo non ha potuto ingerire né cibo né acqua. Solo dopo 16 giorni ha potuto provare a bere qualche sorso.

La causa dell’incidente è ancora avvolta nel mistero. Le indagini si sono concentrate sulla bottiglia di acqua minerale, una marca nota e apparentemente sigillata correttamente. La polizia ha visionato le telecamere del locale per escludere manomissioni, ma non ha trovato nulla di sospetto. L’ipotesi principale è quella di una contaminazione accidentale con un detergente chimico.

Acqua contaminata: un rischio sottovalutato

L’episodio di Vigo ha riacceso i riflettori sui potenziali rischi legati alla contaminazione accidentale negli ambienti di ristorazione. Che si tratti di una svista nel lavaggio del bicchiere o di un errore durante il riempimento del secchiello del ghiaccio, le conseguenze possono essere devastanti. E il fatto che si parli di una semplice acqua frizzante rende la vicenda ancora più assurda.

Il proprietario del ristorante coinvolto respinge ogni accusa. Sostiene che le sue procedure di pulizia siano scrupolose e che non ci sia alcuna possibilità di contaminazione. Tuttavia, gli investigatori hanno sequestrato la bottiglia sospetta per analizzarne i residui chimici. Anche se era stata svuotata prima del loro arrivo, potrebbero emergere tracce significative.

Un caso che mette in guardia sulla sicurezza alimentare

Mentre Pablo continua il suo lento recupero, il suo caso è diventato emblematico. Non tanto per la gravità medica, quanto per l’assurdità della dinamica. Nessuno si aspetta di finire in ospedale per una bottiglietta d’acqua, ma questo episodio ricorda che anche le situazioni più banali possono nascondere insidie.

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In attesa dei risultati delle analisi e di una spiegazione ufficiale, resta il fatto che un semplice gesto quotidiano come ordinare acqua al ristorante si è trasformato in un incubo. Una vicenda che, per chi lavora nella ristorazione, dovrebbe suonare come un campanello d’allarme sulla necessità di controlli rigorosi, anche nei dettagli più apparentemente innocui.

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