Gli scienziati sono riusciti a simulare un viaggio indietro nel tempo

Tutto si basa sulla manipolazione dell’entanglement

 

I fisici hanno dimostrato che la simulazione di modelli di ipotetici viaggi nel tempo può risolvere problemi sperimentali che sembrano impossibili da risolvere utilizzando la fisica standard. Non si tratta di una macchina per viaggiare nel tempo, ma piuttosto un’immersione profonda nei fondamenti della meccanica quantistica. Se i giocatori d’azzardo, gli investitori e gli sperimentatori quantistici potessero piegare la freccia del tempo, infatti, il loro vantaggio sarebbe significativamente più alto, portando a risultati decisamente migliori.

I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno dimostrato che manipolando l’entanglement – una caratteristica della teoria quantistica che fa sì che le particelle siano intrinsecamente legate – possono simulare ciò che potrebbe accadere se si potesse viaggiare all’indietro nel tempo. In questo modo i giocatori d’azzardo, gli investitori e gli sperimentatori quantistici potrebbero, in alcuni casi, modificare retroattivamente le loro azioni passate e migliorare i loro risultati nel presente.

Si tratta di un argomento molto controverso

La possibilità che le particelle possano viaggiare all’indietro nel tempo è un argomento controverso tra i fisici, anche se gli scienziati hanno già simulato modelli di come potrebbero comportarsi tali loop spaziali se esistessero. Collegando la loro nuova teoria alla metrologia quantistica, che utilizza la teoria quantistica per effettuare misure altamente sensibili, il team di Cambridge ha dimostrato che l’entanglement può risolvere problemi che altrimenti sembrano impossibili.

La simulazione si basa sull’entanglement quantistico, che consiste in forti correlazioni che le particelle quantistiche possono condividere e le particelle classiche – quelle governate dalla fisica quotidiana – no. La particolarità della fisica quantistica è che se due particelle sono abbastanza vicine l’una all’altra da interagire, possono rimanere collegate anche quando sono separate. Questa è la base dell’informatica quantistica: lo sfruttamento delle particelle connesse per eseguire calcoli troppo complessi per i computer classici.

L’invio di un numero enorme di fotoni entangled

Per dare al loro modello una rilevanza tecnologica, i teorici lo hanno collegato alla metrologia quantistica. In un comune esperimento di metrologia quantistica, i fotoni – piccole particelle di luce – vengono fatti brillare su un campione di interesse e poi registrati con uno speciale tipo di telecamera. Affinché l’esperimento sia efficiente, i fotoni devono essere preparati in un certo modo prima di raggiungere il campione.

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I ricercatori hanno dimostrato che anche se imparano a preparare al meglio i fotoni solo dopo che questi hanno raggiunto il campione, possono usare simulazioni di viaggi nel tempo per modificare retroattivamente i fotoni originali. Per contrastare l’alta probabilità di fallimento, i teorici propongono di inviare un numero enorme di fotoni entangled, sapendo che alla fine alcuni porteranno le informazioni corrette e aggiornate. In seguito si utilizzerebbe un filtro per garantire che i fotoni giusti arrivino alla fotocamera, mentre il filtro respinge il resto dei fotoni “cattivi”.

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