Sindrome di Robin Hood: ecco cos’è e perché ne siamo affetti tutti

Chiunque di noi ruberebbe ai ricchi per dare ai poveri

 

Avete mai sentito parlare della Sindrome di Robin Hood? A questo personaggio, la cui storia affonda nella leggenda, è stato dedicato un film d’animazione Disney che rappresenta una pietra miliare nell’infanzia della maggior parte di noi. Impossibile dimenticare lo slogan del bandito altruista: “Rubo ai ricchi per dare ai poveri“. Secondo uno studio scientifico, siamo un po’ tutti Robin Hood: chiunque di noi, infatti, se ne avesse l’opportunità, sottrarrebbe qualcosina ai più agiati per donarla ai meno fortunati.

Gli studiosi dell’Università della California ne sono convinti: l’essere umano, più di ogni altra specie, è disposto a sacrificare i propri beni per colmare le ingiustizie sociali. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno condotto un esperimento a cui hanno partecipato 20 volontari, divisi in 4 gruppi. Ad ogni categoria è stata assegnata una somma di denaro virtuale. Ogni partecipante al test ha avuto la possibilità di trasferire il denaro degli altri giocatori, così da aumentarne o diminuirne il valore.

Non tutte le motivazioni sono così nobili

La prova è stata ripetuta varie volte, in modo che tutti i volontari avessero modo di far parte di ognuna delle categorie. Il test ha dimostrato che in più del 70% dei casi, i partecipanti hanno diminuito o aumentato la quantità di denaro degli altri, a seconda dei loro beni di partenza. Il loro obiettivo ultimo? Cercare di stabilire una condizione di equità, colmando eccessivi divari tra chi deteneva un consistente portafoglio e chi, invece, aveva pochi soldi a diposizione.

Aspettate, però, a commentare come nobili le gesta dei provetti Robin Hood che hanno preso parte al test. Dopo la prova, infatti, gli scienziati hanno intervistato i volontari, chiedendo loro quali fossero le ragioni che li avevano spinti a sottrarre i soldi ai ricchi, per donarli ai meno abbienti.

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Così, si sono resi conto che in alcuni casi a spingerli a comportarsi in questo modo non è stato il sano altruismo, ma l’educazione ricevuta. Altri, poi, hanno candidamente ammesso di aver rubato non per un sentimento di giustizia, ma per vendicarsi dei ricchi: insomma, diminuire il loro patrimonio sarebbe stato un gesto puramente dettato dall’invidia e dal senso di rivalsa.

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