Fonte: Facebook
In Giappone esiste una spiaggia che sembra uscita da una fiaba, e no, non è una trovata di marketing turistico. A Iriomote, una delle isole selvagge della Prefettura di Okinawa, si trova Hoshizuna, una lingua di sabbia che lascia a bocca aperta i visitatori. Qui, i granelli non sono rotondi come ovunque, ma hanno la forma di minuscole stelle. Una passeggiata sulla riva diventa così un’esperienza sospesa tra il sogno e la scienza.
Il nome stesso dice tutto: Hoshizuna-no-Hama, ovvero “spiaggia di sabbia stellata”. Non è difficile capire perché sia diventata una delle attrazioni più amate della zona. A parte il mare cristallino e la natura incontaminata, l’idea di calpestare miliardi di piccole stelle è un richiamo irresistibile. Ma dietro questa magia si nasconde un’origine molto concreta, che rende la spiaggia ancora più affascinante.
La sabbia di Hoshizuna non è davvero sabbia, almeno non nel senso comune. I granelli a forma di stella sono in realtà gli esoscheletri vuoti di organismi marini chiamati Baculogypsina sphaerulata. Questi protozoi, grandi appena un paio di millimetri, vivono attaccati alle alghe nelle acque del Pacifico. Quando muoiono, il loro scheletro in carbonato di calcio viene trascinato dalle correnti fino alla riva, mescolandosi con sabbia e frammenti di corallo.
Il risultato è un litorale che sembra progettato da un artista con manie di perfezionismo. Non a caso, oltre a Iriomote, lo stesso fenomeno si può osservare anche su alcune spiagge dell’isola di Taketomi, dove cartelli specifici avvisano i turisti della presenza di questa meraviglia naturale. Non servono filtri Instagram quando la geologia fa già metà del lavoro.
Visitare Iriomote non è complicato, ma richiede un po’ di organizzazione. Da Ishigaki, una delle isole principali dell’arcipelago Yaeyama, partono traghetti giornalieri. Una volta arrivati a destinazione, ci si può spostare in autobus, oppure noleggiare un’auto o una bici per esplorare la costa e raggiungere la spiaggia stellata.
Il periodo migliore per una visita va da aprile a ottobre, quando il mare è particolarmente trasparente e il clima favorevole. C’è però un dettaglio da non sottovalutare: la stagione dei tifoni, che cade tra giugno e settembre. Meglio tenere d’occhio le previsioni meteo prima di partire, perché un vento a 150 km orari può rovinare anche la vacanza più poetica.
La spiaggia di Hoshizuna è bella quanto fragile. Per questo raccogliere i granelli a forma di stella è vietato. Non solo per rispetto etico, ma anche perché ogni prelievo mette a rischio l’equilibrio di un ecosistema delicatissimo. E non è tutto: l’isola è anche famosa per ospitare il gatto di Iriomote, una sottospecie rarissima e schiva, avvistata pochissime volte persino dagli abitanti del posto.
Insomma, tra sabbia stellata, natura selvaggia e animali introvabili, Iriomote si conferma un luogo dove la biodiversità ha ancora il sopravvento. Un posto che unisce meraviglia e scienza, bellezza e responsabilità. Non basta guardare, bisogna anche rispettare.
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Hoshizuna non è solo una meta turistica, è una lezione di geologia e biologia sotto forma di cartolina. Qui la natura non ha bisogno di effetti speciali per stupire: bastano minuscoli organismi marini e un po’ di tempo per trasformare il litorale in una poesia scritta con granelli di carbonato di calcio. Camminare su quella sabbia è come muoversi in bilico tra due mondi, uno scientifico e uno onirico. Forse è questo il motivo per cui chi ci va torna a casa con la sensazione di aver camminato davvero sulle stelle, senza mai staccare i piedi da terra.
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