Una strana amicizia

“Ciao, sono Anna e questo è il mio primo anno di università. Ho iniziato a Settembre scorso e si dice che le amicizie che ci si forma qui siano le migliori, ma lo si dice di ogni cosa praticamente, no? Quando si arriva al liceo anche lì viene detta la stessa solfa. Io credevo di aver trovato una vera amica, ma evidentemente non era proprio così. Si chiama Valentina e anche lei al primo anno di università, anche se in un altra facoltà. Ci siamo conosciute a mensa, una volta che ci si è trovate allo stesso tavolo a causa di un problema che non sto a dirvi. Abbiamo chiacchierato, ci siamo scambiate i numeri e fatto amicizia e da allora non abbiamo praticamente più smesso di sentirci. Mi sono piaciute le sue idee progressiste di uguaglianza e lotta alla discriminazione, esattamente come lo sono le mie di idee in questi campi, e avevamo praticamente gli stessi interessi. Ci vedevamo tutti i giorni quasi e in poco, pur conoscendoci solo da Settembre, siamo diventate migliori amiche. Purtroppo non sapevo quanto fossero bigotti i suoi genitori che non vedevano di buon occhio la nostra amicizia. Il problema vero? Che non potevo immaginare quale fosse la verità su di lei…”

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Anna è una studentessa al suo primo anno di università, un percorso che ha intrapreso a settembre. Esiste un’opinione comune secondo cui le amicizie formate in questo periodo potrebbero essere le più significative, sebbene simili asserzioni siano fatte riguardo a molteplici fasi della vita. Tale percezione è stata sperimentata anche da Anna durante il suo periodo al liceo.

Nel contesto universitario, Anna ha conosciuto una ragazza di nome Valentina, anch’essa matricola, ma iscritta a una facoltà differente. Il loro primo incontro è avvenuto casualmente alla mensa, dove, a seguito di circostanze non specificate, si sono ritrovate allo stesso tavolo. Questa coincidenza ha spianato la strada a conversazioni che hanno permesso loro di scambiarsi i contatti e di iniziare una frequentazione regolare.

La compatibilità tra le due giovani sembrava evidente, soprattutto grazie alla condivisione di ideali progressisti che includevano temi come l’uguaglianza e la lotta contro la discriminazione. Questa sintonia, unita agli interessi comuni, ha contribuito a solidificare la loro relazione, portandole a trascorrere del tempo insieme quasi giornalmente. Nonostante la brevità del loro rapporto, essendosi conosciute solo da settembre, Anna e Valentina hanno sviluppato un legame che le ha portate a considerarsi migliori amiche.

Tuttavia, una complicazione è emersa a causa dell’atteggiamento dei genitori di Valentina, caratterizzati da visioni bigotte. La loro mentalità conservatrice ha portato a una disapprovazione del rapporto di amicizia tra le due ragazze. Questa situazione ha aggiunto una nota di tensione, dimostrando che le dinamiche interpersonali possono essere influenzate da fattori esterni e pregiudizi.

Inoltre, la narrazione termina con un riferimento enigmatico da parte di Anna riguardo a una rivelazione sorprendente sulla verità di Valentina, lasciando così uno spazio di incertezza e ambiguità. Questo elemento finale apre la porta a ulteriori sviluppi, evidenziando come le relazioni possano evolversi e cambiare a seguito di nuove scoperte e come la conoscenza incompleta di una persona possa portare a inaspettate realizzazioni.

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