Uno strano metodo di assunzione

“il mio nome è Michele, ho 27 anni e mi sono ritrovato in una brutta situazione con il mio posto di lavoro, in particolare con il mio superiore. Vorrei che si evitasse di inserire il suo nome, anche se alla fine non renderà la cosa meno anonima almeno per tutti coloro che leggono potrebbero non riconoscerlo. Anche se il suo modo di esprimersi è abbastanza unico, ma lasciamo perdere. Meglio glissare su come parla e come scrive. Mi chiedo come abbia fatto ad arrivare al posto in cui sta, al ruolo di capo di questo ufficio. In ogni caso io lavoro per lui da un anno e mezzo e già mi aveva dato delle brutte sensazioni, ma non aveva mai nemmeno detto qualcosa che mi facesse effettivamente pensare male di lui. Almeno non finché è arrivato il momento di affidarmi un nuovo incarico, che lui non voleva darmi perché se ne era sempre occupato lui, ma ai piani alti gli è stato imposto perché lui doveva andare a fare una sorta di seminario di aggiornamento e a me spettava ora di occuparmi dei colloqui. Perciò ecco che lui, da lontano, mi scrive tutte le direttive da seguire per fare i colloqui, sopratutto alle ragazze, e la cosa ha iniziato a prendere una strana piega.”

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Il nostro fan, un giovane di 27 anni, ha condiviso una situazione lavorativa complicata che lo ha coinvolto negli ultimi mesi. Da circa un anno e mezzo lavora all’interno di un ufficio dove ha avuto modo di collaborare direttamente con il suo superiore, figura che fin da subito gli ha trasmesso sensazioni contrastanti. Sebbene inizialmente non vi fossero stati comportamenti apertamente discutibili, nel tempo si sono manifestate dinamiche che lo hanno spinto a riflettere più a fondo sulla professionalità e sulle modalità di gestione di questo responsabile.

L’occasione che ha segnato una svolta è arrivata quando, per esigenze aziendali, al nostro follower è stato affidato un nuovo incarico di responsabilità. Si trattava della conduzione dei colloqui di selezione, un compito che fino a quel momento era sempre stato gestito dal suo capo. Quest’ultimo, però, dovendo partecipare a un seminario di aggiornamento, è stato obbligato dai superiori a delegare l’incarico. Una decisione che sembra non aver accolto con entusiasmo.

A quel punto, il nostro amico ha iniziato a ricevere da parte del suo superiore una serie di direttive scritte da seguire scrupolosamente durante i colloqui. Fin qui nulla di anomalo, se non fosse che le indicazioni fornite – in particolare per quanto riguarda i colloqui con candidate donne – hanno cominciato ad assumere un tono ambiguo e discutibile. Questo dettaglio ha messo profondamente a disagio il nostro fan, che si è ritrovato a dover interpretare e applicare istruzioni che sembravano andare ben oltre il semplice ambito lavorativo o meritocratico.

La situazione ha evidenziato dinamiche poco trasparenti e ha fatto emergere dubbi legittimi sulla serietà e sull’etica professionale del superiore, il cui comportamento appare sempre più difficile da giustificare. Nonostante la volontà del nostro follower di non entrare nei particolari sul modo di esprimersi di questa figura, resta forte la perplessità su come tale persona sia riuscita a raggiungere un ruolo dirigenziale.

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