Strega dei social: “Ho fatto un incantesimo con i piselli per trovare l’amore”

Ginny Metheral è diventata famosa sui social

 

Recentemente l’interesse per l’esoterismo e la magia ha riscontrato una crescente popolarità sui social media, con il fenomeno WitchTok. In questo contesto, alcune donne si sono autodefinite “streghe” e hanno condiviso video in cui insegnano incantesimi e rituali. Una di queste figure è Ginny Metheral che ha ottenuto una discreta popolarità grazie ad un’intervista. Ginny Metheral, 51 anni, ha raccontato nel corso di un’intervista della sua pratica di “magia bianca” e di come la sua identità di “strega” le abbia causato difficoltà e disapprovazione nel corso degli anni, compresa la disapprovazione di alcuni membri della sua famiglia.

Metheral ha sostenuto di avere abilità magiche di famiglia, dichiarandosi come la quarta generazione di donne a ereditare tali poteri. La madre è stata la sua mentore in questo percorso. Ha confessato di aver rivelato al marito le sue abilità soprannaturali solo dopo il matrimonio, credendo che un incantesimo li abbia fatti incontrare. Ha ricordato quei momenti: “Avevo 24 anni e cercavo disperatamente l’amore; quindi, ho fatto un incantesimo tratto da un libro che prevedeva di piantare piselli in un vaso. Qualche settimana dopo, tre di loro sono germogliati e ho incontrato mio marito, con il quale abbiamo avuto i nostri tre figli. Non pratico incantesimi d’amore specifici perché ritengo ingiusto incantare qualcuno contro la sua volontà”.

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Non tutto è così semplice per Ginny

Nonostante le sue abilità magiche, Ginny ha ammesso di temere il giudizio delle persone che la circondano, compresi alcuni membri della sua famiglia. E a ragione, dato che ha condiviso alcune delle difficoltà incontrate dopo aver “rivelato” la sua identità di strega nel febbraio 2020, inclusi l’abbandono di vecchi amici e la disapprovazione dei suoi parenti. La donna ha dichiarato di ricevere persino minacce di morte e maledizioni attraverso i social media per via della su “professione”.

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