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I terremoti sono tra le forze naturali più distruttive, capaci di cancellare città intere e segnare profondamente il corso della storia. Nel corso dei secoli, alcuni eventi sismici hanno causato perdite umane e danni economici incalcolabili, ricordandoci la fragilità delle nostre costruzioni di fronte alla potenza della natura.
Uno dei terremoti più letali mai registrati fu quello di Jiajing, che colpì la provincia cinese di Shaanxi il 23 gennaio 1556. Con una magnitudo stimata tra 8.0 e 8.3, la scossa ebbe conseguenze devastanti. Intere città furono distrutte e il bilancio finale delle vittime superò le 800.000 persone. Gran parte della distruzione fu dovuta alle abitazioni tradizionali dell’epoca, costruite in argilla pressata, che crollarono facilmente sotto la violenza del sisma. Inoltre, la particolare conformazione del terreno amplificò gli effetti della scossa, rendendo la tragedia ancora più drammatica.
Se quello di Jiajing è stato il terremoto con il maggior numero di vittime, quello di Valdivia, in Cile, è passato alla storia come il più potente mai registrato. Il 22 maggio 1960, una scossa di magnitudo 9.5 colpì il sud del Paese, provocando tsunami con onde alte fino a 25 metri che attraversarono l’oceano, raggiungendo persino le coste di Giappone, Hawaii e Filippine. Il sisma causò oltre 1.600 morti e milioni di sfollati, con danni economici stimati tra i 4 e gli 8 miliardi di euro.
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Questi eventi ci insegnano quanto sia importante la prevenzione. Oggi, grazie ai progressi scientifici e ai sistemi di allerta sismica, molte vite possono essere salvate. Tuttavia, nonostante le tecnologie avanzate, la Terra rimane imprevedibile e la forza dei terremoti può ancora lasciare segni indelebili sulle popolazioni colpite.
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