Ti presento i miei

Mi chiamo Giada e ho 24 anni. Ho un ragazzo di 27 anni con cui sto da circa 8 mesi e qualche se>mana fa abbiamo cominciato a parlare di conoscere le nostre famiglie. Senza parlare del faAo che io sono una persona un po’ Cmida, avevo piacere a far conoscere mia madre e la mia casa. So cosa penserete: di solito prima si conoscono i genitori del partner e soltanto più in là nella relazione si presentano i rispe>vi genitori. Ma quando parlavamo di conoscere le nostre famiglie, il mio ragazzo mi ha deAo che lui è abituato che quando si conoscono i genitori della ragazza, si devono portare anche i propri per presentare le rispe>ve famiglie. Non so perché, ma sono abituaC così, perciò io e mamma abbiamo invitato sia lui che i suoi genitori a mangiare a casa nostra per cena qualche sera fa. Ovviamente la ma>na successiva gli ho scriAo per accertarmi che fossero staC bene. Ma le lamentele sono arrivate subito. Sono confusa e ferita dalle parole del mio ragazzo, ma vorrei capire se forse sono davvero io a essere dalla parte del torto, perciò vi chiedo di leggere tuAa la chat e dirmi la vostra.

Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!

Una nostra fan, Giada, di 24 anni, ha voluto condividere un episodio che l’ha profondamente ferita e lasciata con molti dubbi sul proprio rapporto di coppia. Racconta che da circa otto mesi sta con un ragazzo di 27 anni e che, come accade spesso quando una relazione comincia a farsi più seria, da qualche settimana avevano iniziato a parlare di conoscere le rispettive famiglie.

Giada si definisce una persona timida, ma allo stesso tempo racconta di aver provato un sincero piacere nell’idea di far conoscere la propria madre e la casa in cui è cresciuta. Spiega che per lei si trattava di un passo importante, di un modo per mostrare una parte autentica di sé e del proprio mondo.

Durante la conversazione sull’argomento, il suo ragazzo le aveva detto che, nella sua famiglia, è tradizione che quando si conoscono i genitori della ragazza, si presentino nello stesso momento anche i propri. Una sorta di “incontro ufficiale” tra le due famiglie, come gesto di rispetto reciproco.

Giada, un po’ per educazione e un po’ per fiducia, ha accettato la proposta e, insieme alla madre, ha organizzato una cena a casa loro. Racconta di essersi impegnata perché tutto fosse perfetto: la tavola curata, il menù scelto con attenzione, l’atmosfera accogliente. Era emozionata ma anche felice, convinta che sarebbe stata una serata serena e piacevole.

La mattina successiva, come gesto di cortesia, ha scritto al fidanzato per sapere se lui e i suoi genitori si fossero trovati bene. Si aspettava una risposta gentile o almeno un ringraziamento, ma invece — racconta — le sono arrivate solo critiche e lamentele.

Nella chat che ha poi deciso di inviare alla pagina, il ragazzo si sarebbe lamentato della cena, dei modi della madre di lei, perfino della casa. Le avrebbe detto che i suoi genitori non si erano sentiti “a loro agio”, accennando anche a questioni di gusto e di comportamento che Giada ha trovato umilianti e fuori luogo.

Scrive che è rimasta senza parole davanti a quelle parole, non solo per il contenuto ma per il tono — freddo, distaccato, quasi altezzoso. Ha provato un misto di confusione e dolore: dopo tutto l’impegno e la buona volontà, non si sarebbe mai aspettata una reazione del genere. Ammette che ora si sta chiedendo se davvero abbia sbagliato qualcosa o se la colpa non sia invece dell’atteggiamento del suo ragazzo, che sembra non aver colto il valore di quel gesto semplice e sincero.

Conclude il suo racconto dicendo che si sente ferita e delusa, ma anche incerta: da una parte vorrebbe chiarire tutto e capire se si sia trattato solo di un malinteso, dall’altra non può fare a meno di pensare che certe mancanze di tatto e di rispetto rivelino molto del carattere di una persona. Ora si trova divisa tra il desiderio di dare una seconda possibilità e la sensazione che forse, già da questo episodio, stia emergendo un lato del suo compagno che non aveva ancora conosciuto davvero.

Share