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Il turismo in Italia è una vera storia d’amore complicata. Da un lato, porta occupazione e soldi freschi nelle casse, soprattutto nelle regioni del Sud e delle isole, dove il turismo è una delle poche fonti certe di reddito. Dall’altro, però, si porta dietro una serie di grattacapi che vanno dal sovraffollamento alla scarsità di alloggi per chi ci abita. Insomma, il turista è benvenuto, ma forse con moderazione.
Le città più grandi come Firenze, Roma e Napoli sembrano essere le più “stressate” dal fenomeno, con una percezione di sovraffollamento che arriva al 58% tra i cittadini. È interessante notare come nelle città più piccole, tipo Cagliari o Verona, il turismo venga visto più come una benedizione che come un fastidio, probabilmente perché il numero di visitatori è meno impattante e l’economia ne trae più benefici diretti.
Un altro capitolo difficile riguarda gli affitti brevi, quei mini appartamenti che spuntano come funghi nelle città d’arte. Più della metà degli intervistati li vede come un problema, soprattutto nelle città più grandi dove il mercato immobiliare è già un campo minato. Le nuove norme ministeriali che vietano l’uso delle key box e del self check-in sono accolte con favore, in quanto migliorano la sicurezza e la trasparenza.
Ma la battaglia non si ferma qui: molti cittadini chiedono regole più rigide, ispirandosi a modelli internazionali come New York o Barcellona, dove gli affitti brevi sono limitati per tutelare i residenti. In pratica, il turista va accolto, ma non deve far diventare casa tua un hotel improvvisato. Parallelamente, le amministrazioni sono invitate a potenziare trasporti e servizi dedicati ai residenti per far convivere meglio turismo e vita quotidiana.
Tra le problematiche più urgenti, c’è il rincaro dei prezzi, che molti giovani collegano direttamente al turismo di massa, oltre all’aumento dei rifiuti e al sovraffollamento degli spazi pubblici. Questi disagi spingono verso una riflessione sulla sostenibilità del modello attuale. Le misure più gettonate per mettere un freno all’overtourism includono limitazioni sugli ingressi nelle zone più affollate, biglietti di accesso o addirittura il numero chiuso per i turisti in certe aree. A Firenze, per esempio, questa proposta riscuote particolare consenso.
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L’obiettivo è trovare un equilibrio tra valorizzazione turistica e qualità della vita per chi ci vive tutto l’anno. Insomma, il turismo in Italia è come un invito a cena da un amico che ami, ma che a volte esagera con gli ospiti: fa piacere vederlo, ma poi si vorrebbe un po’ di respiro. Riusciranno le città italiane a gestire questa festa senza mandare tutti a casa stressati? Solo il tempo – e qualche buona politica – lo dirà.
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