L’uccello più puzzolente del mondo puzza di letame di mucca

Il misterioso hoatzin: l’uccello preistorico che puzza come una stalla

 

Se pensavate che il piccione sul davanzale fosse fastidioso, aspettate di conoscere l’hoatzin, un uccello sudamericano che ha deciso di ribaltare ogni cliché aviario. Questo bizzarro volatile, che vive nei pressi dei fiumi amazzonici, ha un talento unico: riesce a trasformare le foglie in gas maleodoranti grazie a un sistema digestivo che lo rende una specie di mucca piumata.

Sì, perché a differenza degli altri uccelli che si limitano a ingoiare semi e insetti, l’hoatzin mangia solo piante e le digerisce lentamente, fermentandole in una sorta di “camera a gas” interna. Il risultato? Un rutto così potente da far scappare perfino i predatori più temerari.

Il sistema digestivo da erbivoro estremo dell’hoatzin

A differenza del classico crop degli uccelli, che serve a conservare il cibo per nutrire i piccoli, quello dell’hoatzin è un vero e proprio fermentatore naturale. Qui batteri specializzati decompongono il fogliame ingerito in un processo che può richiedere anche 45 ore. In questo tempo, il volatile emette quantità notevoli di metano con un profumo che ricorda molto da vicino il letame fresco.

Il lato curioso? Questa struttura digestiva ingombrante lascia poco spazio ai muscoli del volo. L’hoatzin può spiccare il volo, certo, ma solo per brevi tratte. Preferisce di gran lunga zampettare e arrampicarsi sui rami, aiutato da artigli che conserva sulle ali anche da adulto: una rarità tra gli uccelli moderni.

Il difetto che diventa difesa naturale

Ma tutta questa puzza ha almeno un vantaggio: scoraggia cacciatori e predatori. Gli esseri umani raramente si avventurano a caccia di un animale che sembra uscito da una stalla. Eppure, non mancano eccezioni. Il falco nero maggiore e la tayra, un mammifero simile a una donnola, non si fanno problemi a superare la barriera olfattiva pur di mettere le zampe su uno spuntino preistorico.

Del resto, anche l’albero genealogico dell’hoatzin è fuori dagli schemi. Nel 2024, uno studio genomico ha rivelato che questo uccello non si incastra in nessuna delle principali famiglie aviari note. Un outsider della natura, insomma, tanto bizzarro quanto inclassificabile.

Un fossile vivente che sfida la tassonomia

L’hoatzin è l’ultimo rappresentante di una linea evolutiva che si è separata dal resto degli uccelli circa 64 milioni di anni fa. Una specie di monumento al passato che, tra puzze e rutti, continua imperterrito a zampettare tra i rami della foresta pluviale.

Nel mondo degli uccelli, dove piumaggi brillanti e canti melodiosi fanno da standard, l’hoatzin ha scelto la via dell’anticonformismo: niente voli spettacolari, niente canzoni d’amore, solo una digestione rumorosa e aromatica. E per quanto possa sembrare incredibile, questa strategia sembra funzionare.

Leggi anche: Il Podargo: l’uccello più “instagrammabile” del mondo

Un uccello puzzolente, ma eccezionale

Difficile trovare un’altra creatura alata che abbia fatto della fermentazione intestinale un’arte di sopravvivenza. L’hoatzin è l’esempio perfetto di come l’evoluzione non segua regole fisse: a volte, la natura premia anche chi rutta come un bovino e puzza come una concimaia. E così, tra una zampata e una folata di metano, questo uccello continua a ricordarci che la biodiversità ha anche il suo lato… aromatico.

Share