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Leanne Ratcliffe, meglio conosciuta come Freelee the BananaGirl, non è nuova ai colpi di scena alimentari. Dopo aver costruito la sua fama mangiando fino a 51 banane al giorno, l’influencer australiana torna a far parlare di sé con una nuova filosofia: rivalutare lo zucchero raffinato come alleato per la salute.
Nel suo canale YouTube da quasi 800.000 iscritti, Freelee mostra senza esitazioni sacchi da 25 kg di zucchero, proclamando che i “cristalli di sole” siano la chiave di un corpo sano, a patto di ridurre i grassi. La sua teoria si fonda su un concetto semplice ma controverso: secondo lei, lo zucchero fornisce energia “pura” e non va demonizzato come il mondo della nutrizione moderna insegna. Una posizione che suona quasi eretica in un’epoca di etichette “senza zuccheri aggiunti” e smoothie detox.
Freelee non è certo una principiante delle diete fuori dagli schemi. A metà degli anni 2010 si è fatta conoscere per il regime “Raw Till 4 Diet”, ovvero solo frutta fino alle 16:00, seguita da un pasto ricco di carboidrati. Una filosofia che le ha fatto guadagnare notorietà e critiche in egual misura.
Nel tempo, ha costruito una comunità affezionata di follower, raccontando i suoi alti e bassi, ma anche le proprie convinzioni controcorrente. La sua nuova crociata a favore dello zucchero, però, ha riaperto il dibattito tra chi la considera un’esperta autodidatta e chi invece la ritiene un pericolo per la salute pubblica digitale.
Gli esperti di salute e nutrizione non hanno accolto bene la nuova ossessione di Freelee. Pur riconoscendo che il glucosio è una fonte di energia essenziale, sottolineano che l’eccesso di zucchero può innescare un ciclo poco salutare: picchi glicemici, produzione elevata di insulina e, sul lungo periodo, rischio di diabete di tipo 2.
Il problema non riguarda solo lo zucchero raffinato. Anche il fruttosio – abbondante nella frutta e nelle diete come quella di Freelee – può affaticare il fegato e contribuire alla steatosi epatica, nota anche come fegato grasso. Insomma, i “cristalli di sole” rischiano di oscurare il benessere, se assunti in dosi eccessive.
Nel mondo dei social, il confine tra intrattenimento e disinformazione è sottile. Freelee sa come catturare l’attenzione: toni diretti, immagini forti e una narrazione che sfida le regole. Tuttavia, le sue affermazioni mancano di fondamento scientifico, e molti esperti ricordano che nessun alimento, se isolato dal contesto di una dieta equilibrata, può trasformarsi in un elisir di salute.
In un’epoca in cui il “mito del naturale” domina il marketing, il caso di Freelee è un promemoria utile: non tutto ciò che viene da un frutto o da una pianta è automaticamente sano, e non tutto ciò che è “raffinato” è diabolico. La verità, come spesso accade, sta nel mezzo — ma l’algoritmo, si sa, preferisce gli estremi.
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Alla fine, il messaggio di Freelee sembra più provocatorio che illuminante. La sua difesa dello zucchero raffinato mette in luce un problema più ampio: la ricerca di soluzioni semplici a problemi complessi, come la nutrizione. Mentre lei invita i follower a riempire il cucchiaino senza rimorsi, la scienza suggerisce di usarlo con cautela. E forse la morale è questa: un po’ di dolcezza nella vita non guasta, ma trasformarla in una missione quotidiana – o in una tazza intera – è un esperimento che rischia di lasciare l’amaro in bocca.
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