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Molti proprietari pensano che tagliare le unghie del gatto sia un gesto di routine innocuo, ma la realtà è più complessa. Il taglio delle unghie è superficiale e rimuove solo la punta, mentre il declawing, o onicectomia, è un vero intervento chirurgico che amputa l’ultima falange delle dita del felino.
Questa distinzione è fondamentale: un semplice taglio non è doloroso e può aiutare a prevenire graffi indesiderati, ma il declawing comporta conseguenze fisiche e psicologiche permanenti. I gatti sottoposti a questa operazione possono sviluppare danni ai nervi, dolore cronico e difficoltà motorie, compromettendo il loro benessere a lungo termine.
Proprio per la sua crudeltà, il declawing è stato vietato in Europa, inclusa l’Italia, dal 2010, in linea con la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. Le ricerche confermano che amputare l’ultima falange provoca stress e sofferenza cronica, rendendo la pratica inaccettabile per i veterinari responsabili.
La maggior parte dei gatti, infatti, gestisce le proprie unghie in modo naturale: graffiano per marcare il territorio, stirarsi e affilare le unghie. Un semplice tiragraffi o giochi mirati possono sostituire efficacemente il taglio, garantendo al gatto di mantenere un comportamento sano senza rischi inutili.
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Tagliare le unghie non è sempre necessario, mentre il declawing è una mutilazione permanente da evitare assolutamente. Fornire strumenti naturali come tiragraffi, giochi e stimoli appropriati permette ai felini di prendersi cura delle proprie unghie autonomamente, rispettando la loro natura. Educare proprietari e diffondere la conoscenza sulla differenza tra taglio e amputazione è essenziale per il benessere dei gatti, evitando dolore inutile e promuovendo un approccio etico e responsabile alla convivenza con i nostri amici a quattro zampe.
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