In passato gli uomini si facevano asportare un testicolo: ecco perché

Quando si era disposti a tutto pur di avere un erede maschio

 

Sapevate che in passato l’asportazione di un testicolo era una prassi decisamente comune? Infatti, si riteneva che questa operazione avesse un particolare effetto “positivo”. Quale? Quello di assicurare la nascita di figli maschi. Non è un mistero, del resto, che un pargolo di genere maschile fosse di gran lunga preferito a una femmina, sia perché assicurava una “forza lavoro” maggiormente sfruttabile, che in termini di continuità famigliare, relativa alla trasmissione dei beni e dei titoli che avveniva seguendo la linea maschile.

Ad essere rimosso, in particolare, era il gioiellino sinistro. La ragione di questa stramba abitudine derivava dalle teorie del filosofo greco Anassagora, vissuto nel V secolo a.C. Secondo il pensatore, infatti, i cromosomi che determinavano il genere maschile si trovavano nel testicolo destro, mentre quelli alla base del genere femminile risiedevano nel sinistro. La questione, quindi, era decisamente semplice: mettere fuori uso quello incriminato di generare una progenie femminile avrebbe garantito una discendenza di soli maschi.

Un abitudine in voga fino al XVIII secolo

Inizialmente, in realtà, la prassi non era tanto estrema: gli uomini, infatti, tendevano solo a legarlo durante i momenti di intimità, così da inibirne il rilascio di spermatozoi indesiderati. A partire dal Medioevo, però, il fatto che continuassero a nascere delle femmine nonostante il formidabile trucco suggerito dal filosofo, iniziò a destare qualche sospetto nei futuri padri.

Così, anziché rinnegare la bizzarra teoria, si passò alle maniere forti: l’usanza subì un’ulteriore evoluzione, che portò direttamente all’asportazione del testicolo sinistro. La prassi della rimozione della gonade sinistra negli uomini perdurò a lungo. Basti pensare, infatti, che in Francia venne messa in pratica fino al XVIII secolo.

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Solo più tardi, si scoprì che la produzione dei cromosomi Y, che accoppiandosi il cromosoma X trasmesso dalla madre determina il genere maschile del nascituro, non dipende dalla posizione del testicolo. A gettare luce sull’affascinante questione delle basi biologiche nella determinazione del genere fu la genetista americana Nettie Stevens, vissuta alla fine dell’Ottocento.

 

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