Ciao, sono una pasticcera, amo fare i dolci e vedere i miei clienti felici. Il mio ragazzo invece è una sorta di hippie alla costante ricerca di un modo per salvare il pianeta dall’inquinamento. Non sa però che da solo non potrà andare molto molto lontano. Nonostante questo lui ci prova a essere sempre combattivo e ammiro la sua tenacia, tranne quando questa non va a intaccare la mia vita. Da poco infatti ha comprato una scatola di vermi essiccati con cui pretende di farci ottime prelibatezze, costringendomi ad assaggiarle. Per un attimo mi sono sentita anche in colpa a dirgli di no, sono io esagerata?
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La nostra fan è una pasticcera appassionata, profondamente legata al suo lavoro e alla soddisfazione dei clienti che ogni giorno scelgono le sue dolci creazioni. Fare dolci per lei non è solo un mestiere, ma un gesto d’amore, un modo per trasmettere felicità attraverso il gusto e la bellezza di ciò che prepara con cura.
Accanto a questa dedizione c’è il suo compagno, descritto come uno spirito libero con un’anima da hippie, da sempre impegnato in una personale missione per salvare il pianeta dall’inquinamento. Un uomo animato da ideali forti, con una visione green della vita e un approccio combattivo che, in molte occasioni, la nostra follower dice di ammirare sinceramente.
Tuttavia, i problemi iniziano quando questa sua determinazione comincia a sconfinare nella quotidianità della nostra amica, influenzando anche il suo spazio personale e professionale. Di recente, infatti, il compagno ha deciso di acquistare una scatola di vermi essiccati, convinto di poterli trasformare in sorprendenti prelibatezze culinarie. La nostra fan racconta che lui ha insistito per farle assaggiare queste “delizie” alternative, arrivando quasi a forzarla.
In quel momento, lei si è trovata a vivere un vero e proprio conflitto interiore. Da una parte la volontà di rispettare e sostenere le scelte del compagno, dall’altra il disagio – comprensibile – nell’essere coinvolta in un tipo di sperimentazione gastronomica lontana dai suoi gusti e dal suo lavoro. Per un attimo, confessa, si è persino sentita in colpa per aver detto di no, domandandosi se la sua reazione non fosse eccessiva.
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