Foto di SplitShire da Pixabay
Hai presente quella sensazione dopo una vacanza ben riuscita, quando ti senti rinato, più snello (anche se hai mangiato come un bufalo) e pieno di energie? Non è solo una tua impressione. La scienza conferma che il viaggio, oltre a essere una gioia per lo spirito, fa miracoli anche per il corpo. E no, non stiamo parlando di escursioni estreme o pellegrinaggi yoga in cima all’Himalaya: anche una gita fuori porta può essere una miniera di benessere.
Secondo uno studio dell’Università Edith Cowan, il viaggio rallenta l’invecchiamento. Come? Agendo sul concetto di “entropia”. Non è una nuova dieta, ma un principio fisico che misura il disordine. Tradotto: più caos interno (stress, tossine, cattive abitudini), più il corpo invecchia. Viaggiare, invece, stimola positivamente corpo e mente, aiutando a mantenere bassa questa entropia. In pratica, ogni timbro sul passaporto è un colpo di spugna alle rughe.
La cosiddetta “vitamina T” – dove la T sta ovviamente per “travel” – è la nuova tendenza che ridefinisce il concetto di benessere. Mentre qualcuno si affida a fanghi esotici o massaggi con pietre vulcaniche, altri scelgono l’approccio più naturale: fare la valigia e partire. Che sia trekking tra i canyon o semplicemente ozio su una spiaggia, il risultato è lo stesso. Il corpo si ricarica, la mente si rilassa e il sistema immunitario si potenzia.
L’esposizione a nuovi ambienti, le interazioni sociali, il movimento fisico e il puro piacere dell’esplorazione hanno effetti tangibili. Meno infiammazioni, più resistenza allo stress e un metabolismo più attivo. E se camminare dieci chilometri in un mercato asiatico non è ginnastica funzionale, allora cos’è?
Il turismo del benessere sta diventando una vera forma di prevenzione sanitaria. Gli esperti parlano di “self-healing system” stimolato dai viaggi: un meccanismo interno che, tra una camminata panoramica e un tuffo in mare, aiuta il corpo a rigenerarsi. Basta poco: anche solo cambiare aria, spegnere le notifiche e perdersi in un borgo medievale o in un villaggio tropicale può fare la differenza.
Non è un caso che le cosiddette “zone blu” – dove la gente vive più a lungo – siano popolate da individui che camminano molto, sono socialmente attivi e affrontano la vita con curiosità. Che poi è proprio ciò che accade quando si viaggia. Altro che palestra a ore antelucane: bastano uno zaino, un biglietto e la voglia di meravigliarsi.
Certo, non tutti possono permettersi un ritiro ayurvedico a Bali, ma il concetto resta valido anche per viaggi più modesti. Il segreto è il cambiamento, l’uscita dalla routine e la stimolazione costante dei sensi. Anche una gita in campagna, se vissuta con lo spirito giusto, può diventare una seduta di benessere più efficace di un trattamento spa.
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In fondo viaggiare è un investimento a lungo termine sul proprio futuro. Quindi la prossima volta che ti senti stanco, stressato e invecchiato, non cercare la soluzione in farmacia. Cerca su un motore di ricerca: “volo low cost + benessere” e prepara la valigia. Potresti scoprire che il vero elisir di giovinezza ha le ruote di un trolley.
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