Fonte: Pexels
Una profezia tira l’altra, e nel caso di Ryo Tatsuki sembra che il futuro sia una lunga lista di eventi catastrofici con data e orario. Dopo aver predetto con inquietante precisione il terremoto di Kobe, la morte di Freddie Mercury e Lady Diana, la sensitiva giapponese torna a far parlare di sé con una nuova previsione apocalittica: nel 2030 il mondo sarà colpito da un virus mutato, peggiore del COVID-19. Ottimo, proprio quello che ci serviva per rilassarci.
Tutto parte da un libro pubblicato nel 1999, intitolato “The Future I Saw”, in cui Tatsuki annota visioni che spaziano dal soprannaturale al catastrofico. Tra queste, anche un riferimento a una malattia globale con picco nel 2020. Visti i precedenti, c’è chi ora prende molto sul serio le sue parole, anche se la scienza continua a guardare la questione con un sopracciglio alzato.
Ma cosa dice esattamente la profezia sul 2030? Un virus sconosciuto, mutato, che potrebbe essere più devastante del COVID-19. Non una previsione confortante, specie in un’epoca in cui le pandemie non sono più solo fantascienza. A renderla ancora più inquietante è il fatto che Ryo Tatsuki abbia indicato con un certo dettaglio anche la dinamica della pandemia del 2020, e in anticipo.
Nonostante le coincidenze, molti esperti continuano a sottolineare che le “visioni” di Tatsuki possono essere lette come interpretazioni a posteriori. Una frase vaga, un evento mondiale, e il collegamento diventa inevitabile. Una classica profezia che funziona solo dopo che qualcosa è già successo. Insomma, il futuro resta difficile da prevedere, anche per i più sensibili alle energie cosmiche.
Eppure, l’effetto delle profezie si fa sentire davvero. Il turismo giapponese rischia un leggero contraccolpo, mentre online fioccano teorie, meme e allarmismi. In un mondo iperconnesso, basta una frase scritta vent’anni fa per scatenare il caos globale. Una profezia che, vera o meno, ha già avuto il potere di influenzare comportamenti reali.
Leggi anche: Sostiene di aver preso il virus dell’herpes tenendo il microfono del karaoke troppo vicino alla bocca
Che ci si creda oppure no, il caso di Ryo Tatsuki dimostra una cosa: la paura del futuro non ha bisogno di conferme scientifiche, basta un libro ingiallito, qualche predizione azzeccata e un pizzico di social media per trasformare una visione in un fenomeno virale. E questa volta, senza bisogno di laboratori segreti o pipistrelli.
Share