YouTuber arrestato per aver sostenuto che un aeroporto era infestato

Akshay Vashisht è finito nei guai per aver incitato alla paura affermando che l’aeroporto di Goa era infestato dai fantasmi

 

Non tutti i voli per Goa sono turbolenti, ma quello di Akshay Vashisht sì. Il popolare YouTuber indiano, con oltre mezzo milione di iscritti, ha pensato bene di pubblicare un video in cui dichiarava che il nuovo Manohar International Airport era costruito su un ex terreno di cremazione e che, ovviamente, era infestato da spiriti inquieti. Il titolo? “Evil Haunted Goa Airport”. Un capolavoro di marketing del brivido, peccato che non sia piaciuto affatto alle autorità.

Il video, diffuso rapidamente sui social, è finito sotto l’occhio attento della Social Media Monitoring Cell della polizia di Goa, che ha deciso di intervenire. Risultato: Vashisht è stato arrestato a New Delhi e portato al commissariato di Mopa per essere interrogato. Difficile dire se abbia visto più fantasmi o poliziotti quel giorno.

La paura come contenuto virale

Secondo la polizia, il filmato conteneva “affermazioni false, maliziose e superstiziose” create per accrescere la sua popolarità online. L’influencer, noto per il suo stile drammatico e le storie di fantasmi indiani, avrebbe persino inventato testimonianze di presunti testimoni per rendere il tutto più credibile. Tra le sue perle narrative, l’apparizione di una donna in sari rosso che vagherebbe sulla pista dell’aeroporto e piloti che rifiuterebbero di volare di notte.

Sui social, Vashisht si è difeso definendo l’arresto “illegale” e accusando la polizia di averlo trattato in modo ingiusto. Tuttavia, per le autorità il caso è chiaro: il paranormale va bene su YouTube, ma non quando mette in dubbio un’infrastruttura pubblica appena inaugurata.

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Tra fake news e fantasmi digitali

Il caso ha sollevato un curioso dibattito in India: fino a che punto la libertà di espressione può spingersi nel nome dell’intrattenimento? E quanto è sottile la linea tra satira e diffamazione? Di certo, Vashisht ha scoperto che in certi luoghi non serve evocare gli spiriti per finire nei guai: basta un video virale e un titolo troppo accattivante.

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