La balista, l’arma segreta degli antichi romani per vincere le guerre [+VIDEO]

Il dispositivo era tra i più micidiali utilizzati nelle battaglie ed ebbe un ruolo fondamentale nella conquista della Britannia

 

Gli antichi romani riuscirono a conquistare territori sconfinati e ad estendere l’Impero dal Nord Europa fino all’Africa grazie ad eserciti ben organizzati e a potenti armi da guerra.

Un’arma micidiale

Tra i tanti ingegnosi dispositivi che utilizzavano sul campo di battaglia, la balista era uno dei più formidabili e giocò un ruolo fondamentale nella conquista della Britannia. Era un’arma facilmente manovrabile che poteva essere spostata con rapidità. Attraverso un sistema di molle, corde e bracci che si caricavano a torsione, la balista lanciava dardi o pietre ad una velocità di 110 km/h, con una gittata utile di 400 metri. La sua precisione e la sua forza distruttiva portava il terrore negli eserciti britannici.

Il primo antenato della balista fu il gastraphetes, realizzato nel 399 a.C. su richiesta di Dionisio il Vecchio. Il tiranno di Siracusa, in previsione di un conflitto con Cartagine, chiese di avere armi più potenti di quelle che aveva a disposizione. Successivamente ci furono altre versioni della balista, ma erano più che altro delle specie di grosse balestre ingombranti che ancora non erano completamente efficaci.

Leggi anche: Le cose folli che facevano gli antichi romani

Attorno al 50 a.C. venne sviluppato “lo scorpione”, una versione più piccola e maneggevole che venne fornita a tutti gli eserciti e impiegata anche sulle navi da guerra. Era come un moderno fucile di precisione, facile da manovrare e veloce da spostare. I suoi proiettili perforanti seminavano il panico non solo tra gli eserciti ma anche sulle popolazioni contro le quali venivano scagliati.

Share