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Nel vasto universo urbano, ci sono nemici nascosti e apparentemente innocui. Uno di questi è la svolta a sinistra. Potrebbe sembrare un gesto banale, quasi poetico nella sua semplicità, ma secondo i dati non lo è affatto. Più della metà degli incidenti agli incroci coinvolge proprio lei, la regina del caos stradale: la manovra a sinistra.
A differenza della più docile e meno rischiosa svolta a destra, quella a sinistra ti costringe a fare un piccolo atto di fede: attraversare la corsia opposta, sperando che il flusso continuo di veicoli ti conceda un varco. E se sbagli i tempi? Il risultato non è un semplice clacson, ma un angolo di paraurti contro portiera, uno dei tipi di impatti più pericolosi.
Oltre ai rischi per la sicurezza, la svolta a sinistra è anche una maestra nell’arte dell’inefficienza. Quando un’auto aspetta il momento giusto per girare, spesso blocca chi sta dietro. In più, ogni volta che si deve dare priorità a chi svolta, il semaforo entra in una nuova fase, comportando attese supplementari. Gli ingegneri del traffico la chiamano “all-red time”, ma potremmo tranquillamente ribattezzarla “tempo buttato”.
E non finisce qui: più attese, più fermate, più consumi. Le auto che aspettano, ripartono, si fermano di nuovo… e nel frattempo, il serbatoio piange. Secondo le analisi, evitare le svolte a sinistra riduce i consumi di carburante dal 10% al 15% per ogni tragitto. Una bella notizia per chi guarda il prezzo alla pompa con la stessa ansia con cui guarda l’estratto conto.
Alcune amministrazioni comunali americane hanno deciso di provarci. A San Francisco, per esempio, su Van Ness Avenue le svolte a sinistra sono vietate nelle ore di punta. Altre città come Salt Lake City e Birmingham (Alabama, non UK) stanno sperimentando soluzioni simili. Ma la verità è che, per ora, si tratta di interventi limitati a pochi incroci o singoli viali.
Eppure, basterebbe un cartello. Nessuna demolizione, nessun cantiere faraonico. Solo un bel “No Left Turn” e via. A differenza delle rotatorie, che richiedono spazio e budget, vietare la svolta a sinistra è semplice, economico e decisamente meno invadente.
È vero, rinunciare alla svolta a sinistra può significare fare un piccolo giro in più. A volte, si deve girare attorno all’isolato, allungando il percorso di una o due strade. Ma secondo gli esperti, quel tragitto aggiuntivo viene compensato da una riduzione complessiva dei tempi d’attesa. In sintesi: più strada, ma meno traffico. Un affare, se consideriamo anche il risparmio di carburante e di stress.
A dimostrarlo c’è anche chi ha fatto della filosofia “niente sinistra” un modello logistico: le flotte aziendali. UPS, per esempio, programma le proprie consegne minimizzando le svolte a sinistra. Non per nostalgia del Regno Unito, ma per pura logica economica.
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Il vero ostacolo non è tecnico, ma mentale. L’automobilista medio è affezionato alle sue abitudini, svolte comprese. Ma se guidare senza svolte a sinistra significa arrivare prima, spendere meno e rischiare di meno… allora forse è arrivato il momento di cambiare rotta. Anche se, per farlo, bisogna girare a destra tre volte.
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