Ecco i batteri che vivono sul tuo smartphone

Occhio allo smartphone: è un covo di batteri

 

Viviamo con il cellulare in mano, al punto che lo smartphone è diventata una nostra estensione. Lo portiamo ovunque, persino in bagno. Non appare così assurdo, quindi, che sul suo schermo si annidino più batteri che sull’asse del wc. Curiosi di scoprire di quali si tratta? Il primo è lo Pseudomonas aeruginosa, un organismo che per sopravvivere ha bisogno di pochissime risorse.

Si tratta di un batterio decisamente pericoloso, soprattutto per le persone dalle difese immunitarie compromesse. Infatti, può provocare peritonite, meningite e setticemia. Nella lista delle amorevoli creature che vivono sul nostro cellulare c’è lo Staphylococcus aureus, un organismo che può provocare gravi infezioni della pelle e dei tessuti molli. Anche lo Streptococco non può mancare in questo lungo elenco. Distinguibile in due forme, il tipo A è responsabile di una delle più frequenti faringo-tonsilliti in età pediatrica; il tipo B, invece, può provocare polmoniti e infezioni alle vie urinarie anche in età adulta.

Tutti insieme appassionatamente

Anche l’Escherichia coli si annida sullo schermo del nostro cellulare. Normalmente presente nell’intestino, se le tracce di questo adorabile batterio fecale sono rinvenute al di fuori del nostro corpo è molto probabile che si sia verificato proprio il tipo di contaminazione che temete. Analogo discorso vale per i batteri coliformi, rinvenuti sullo smartphone e normalmente presenti nelle feci.

Uno studio ghanese ha trovato tracce di Staffilococchi coagulasi negativi sul 15% dei cellulari esaminati. Questi batteri sono responsabili del 30% delle infezioni sanguigne contratte in ospedale. Resistenti da debellare, possono provocare gastroenteriti, la sindrome della cute ustionata e la sindrome da shock tossico.

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Infine, incredibile ma vero, sul 10% dei cellulari sono state individuate persino delle muffe. È una scoperta un filino preoccupante: se inalate per intervalli di tempo prolungati, le spore possono provocare difficoltà di respirazione, naso chiuso e – nei casi più gravi – persino infezioni polmonari.

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