Fonte: Pixabay
Un team di scienziati dell’Università di Bristol, in collaborazione con l’Autorità per l’Energia Atomica del Regno Unito (UKAEA), ha sviluppato una batteria al diamante che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’energia. Questa batteria è unica nel suo genere poiché può produrre energia per migliaia di anni. Il dispositivo utilizza l’isotopo radioattivo carbonio-14, estratto da barre di grafite usate nei reattori nucleari.
L’isotopo radioattivo carbonio-14 è ben noto perché viene utilizzato per datare oggetti e fossili in archeologia. Tutti i materiali organici contengono carbonio-14, un isotopo che ha la particolarità di decadere alla stessa velocità per 5.700 anni, rilasciando radiazioni beta. Misurando il livello di decadimento del carbonio-14 in un fossile o in qualsiasi materiale organico, si può calcolare con grande precisione la sua età. La radiazione beta generata dal carbonio-14 quando si disintegra fa sì che gli elettroni si muovano ad alta velocità.
Gli scienziati sono riusciti a trasformare gli elettroni della radiazione beta in elettricità, nello stesso modo in cui un pannello solare converte i fotoni della luce in elettricità. Il prototipo funzionante della batteria ha una dimensione di 10 x 10 millimetri e uno spessore di 0,5 millimetri
La durata della batteria è impressionante: può fornire energia per migliaia di anni senza necessità di ricarica, rendendola ideale per dispositivi medici impiantabili come pacemaker, defibrillatori e apparecchi acustici, riducendo drasticamente la necessità di interventi chirurgici per la sostituzione delle batterie. Inoltre, le sue applicazioni si estendono ad ambienti estremi, come missioni spaziali di lunga durata, sensori sottomarini e altre tecnologie che richiedono energia affidabile in luoghi remoti o inaccessibili.
Leggi anche Il mistero del campanello elettrico di Oxford, la batteria funziona dal 1840
Un altro aspetto innovativo di questa batteria è la sostenibilità. I diamanti utilizzati sono prodotti artificialmente da barre di grafite esaurita provenienti da reattori nucleari, quindi sono piuttosto economici. Questo approccio non solo riduce l’impatto ambientale dei rifiuti nucleari, ma apre anche la strada a nuove opportunità nel riciclo dei materiali radioattivi.
Share