Calzolaio vieta il telefono in negozio: “Non servo persone al cellulare”

Massimo “Billi” Carlesso è stufo della maleducazione dei suoi clienti

 

Sta facendo molto discutere l’iniziativa di un calzolaio di Treviso. Massimo “Billi” Carlesso ha infatti affisso un cartello nella sua storica bottega con scritto: “Non servo persone al cellulare”. Il motivo di questa decisione? La troppa maleducazione dei clienti che preferiscono stare al telefono invece che fargli capire di cosa hanno bisogno. Era un po’ che ci pensava, ma poi una ragazza quattro mesi fa lo ha fatto infuriare.

All’inizio non avevo un cartello e lanciavo occhiate cattive ai clienti facendo ben capire che non avevo piacere ad avere clienti al telefono mentre magari prendevo misure o altro. Poi entra una ragazza, voleva stringere dei cinturini su dei sandali, le prendo le misure e le dico di tornare. Quando ripassa arriva col cellulare in negozio, non mi saluta, mi fa cenni con la testa, annuisce, si siede e mentre io le parlo lei sta con l’amica al telefono dicendo una serie di cose di nessuna importanza. A quel punto prendo i sandali, glieli metto in una borsa e le dico di andare. Lei si arrabbia, io le dico che è lei la maleducata che dopo un quarto d’ora che le chiedo di dirmi se ho fatto bene o male il lavoro per lei, nemmeno mi risponde”.

Il calzolaio non vuole più tollerare tutta questa maleducazione

Un’iniziativa che sta dividendo clienti e utenti del web. Da una parte alcuni ritengono che abbia pienamente ragione, dall’altra c’è chi gli dà torto. Ma Carlesso non si cura delle critiche ed è determinato nel far valere le sue ragioni: “Non tollero più questo livello di maleducazione. Non solo qui da me, ma ovunque. Vado dal tabacchino e vedo persone al cellulare che vogliono essere serviti mentre magari parlano di sciocchezze al telefono e tu ti domandi ‘ma perché’?”.

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Ci tiene però a precisare un concetto: la maleducazione non è “cosa da giovani”. “La maleducazione non ha né genere né razza né età. Direi che il problema è differente. Da un lato la maleducazione di chi crede di essere il padrone del mondo passando sopra il lavoro e i discorsi della gente, e dall’altra l’ineducazione, cioè coloro ai quali questa cosa non è stata insegnata”.

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