Fonte: Commenti Memorabili
In un’epoca in cui l’ingegno criminale si evolve tra hacker e sofisticati sistemi di scasso, c’è chi ha scelto la via… più organica. A Delhi, la polizia ha finalmente catturato Deepak, un ladro che aveva sviluppato una tecnica tanto efficace quanto nauseante: defecare nei pantaloni per evitare l’arresto. Un piano così peculiare che è stato soprannominato dalla polizia stessa “poop and run”.
Il metodo era tanto semplice quanto disturbante. Appena sentiva la sirena della polizia o vedeva un agente troppo vicino, Deepak attivava la sua “arma segreta”: un’ondata di puzza capace di far retrocedere anche i più coraggiosi. In quel momento di panico olfattivo, il nostro eroe si dileguava, lasciando dietro di sé solo l’eco dei passi… e dell’odore.
Nonostante la sua strategia poco ortodossa, Deepak era riuscito a collezionare un discreto curriculum criminale, con almeno sei furti di cellulari documentati e un coltello sempre in tasca che considerava il suo portafortuna. Nessuna violenza segnalata, per fortuna, ma la fuga maleodorante ha tenuto in scacco gli agenti per mesi.
La svolta è arrivata quando Deepak è stato avvistato nei pressi di Eidgah Park. La polizia, finalmente preparata, si è presentata con maschere antigas e guanti monouso, bloccandolo sul nascere, anzi… sullo “scarico”. La sua ultima arma biologica non ha funzionato, e Deepak è stato arrestato e portato alla stazione di Sadar Bazar tra le risate contenute degli agenti.
Il caso ha fatto discutere i social media indiani, dove molti utenti hanno ironizzato su come l’intestino di un uomo sia riuscito a mettere in difficoltà un intero distretto di polizia. Ma al di là della risata facile, la vicenda solleva anche domande più serie: quanto è disperato un uomo per trasformare i propri bisogni fisiologici in una strategia di fuga?
In realtà, Deepak non è un criminale high-tech, né un maestro del travestimento. È solo uno dei tanti giovani che cercano di sopravvivere nei quartieri più difficili di Delhi, dove la povertà e la criminalità vanno spesso a braccetto. La sua “arma” non era altro che un modo per guadagnare tempo e mantenere la libertà qualche giorno in più.
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Le immagini dell’arresto, con gli agenti armati di guanti e maschere, hanno fatto il giro del web. Tra meme e commenti, la rete si è divisa tra chi lo definisce un genio del crimine “alternativo” e chi si augura solo che, d’ora in poi, venga tenuto a debita distanza… e ben lavato. Ora Deepak si trova dietro le sbarre, dove la sua tecnica non servirà più, ma la sua storia resta uno degli esempi più surreali di crimine e creatività. E chissà se, una volta scontata la pena, sarà contattato da qualche brand di deodoranti per una pubblicità “di rottura”. Per ora, Delhi può tirare un sospiro di sollievo. Letteralmente.
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