Il cellulare compie 50 anni, l’inventore: «Staccate gli occhi dallo schermo»

Martin Cooper, ingegnere di Motorola, nel 1973 realizzò il primo dispositivo di telefonia mobile

 

Il cellulare compie 50 anni. Era il 3 aprile 1973 quando fu effettuata la prima chiamata da un telefono mobile. Ad effettuarla fu l’ingegnere Martin Cooper che aveva lavorato duramente per raggiungere l’obiettivo.

La sfida tra Motorola e Bell System

Cooper lavorava per Motorola e guidava un team di designer e ingegneri per mettere a punto una nuova tecnologia di telefonia mobile. La società aveva investito milioni di dollari nel progetto, sperando di battere Bell System, il colosso che all’epoca dominava le telecomunicazioni americane. Gli ingegneri di Bell System nel dopoguerra avevano lanciato l’idea di un sistema di telefonia cellulare e a fine anni ’60 avevano installato il telefono nelle auto. Il dispositivo era però poco pratico poiché consumava molta batteria.

Verso la fine del 1972 Cooper pensò ad un telefono che potesse essere portato ovunque. L’azienda gli mise a disposizione un team di tecnici che lavorò con lui quasi h24 per circa tre mesi. Arrivati a fine marzo del 1973 fu realizzato il telefono DynaTAC (Dynamic Adaptive Total Area Coverage): era nato il primo cellulare della storia.

La prima telefonata

Cooper pensò a chi potesse fare la prima telefonata: e chi altro se non direttamente alla concorrenza?

«La prima telefonata non doveva essere lunga, doveva solo testare il funzionamento del telefono» ha raccontato Cooper in un’intervista ad AFP News. «Mi è venuto in mente di chiamare Joel Engel, l’ingegnere che aveva il mio stesso ruolo a The Bell System. Quando ha risposto gli ho detto: “Joel, sono Martin Cooper e ti sto parlando da un cellulare: ma un vero cellulare, personale, portatile, palmare”. Dall’altra parte il silenzio. Penso che stesse digrignando i denti».

Il primo cellulare era ovviamente molto diverso dai dispositivi attuali: pesava più di un chilo e la batteria poteva sostenere solo 25 minuti di conversazione. Del resto, visto il peso, la mano non avrebbe potuto reggerlo più a lungo per telefonare.

La versione commerciale del prototipo, il Motorola Dynatac 8000X, fu rilasciata nel 1984, 11 anni dopo la prima chiamata. Se acquistato oggi, il telefono costerebbe l’equivalente di 10.000 euro e, dunque, era un dispositivo non alla portata di tutti.

«Con il cellulare non si potevano mandare messaggi e non c’era la fotocamera. Poteva fare 30 minuti di conversazione e ci volevano 10 ore per caricare la batteria, circa 12 ore in stand-by e un’antenna da 15 cm nella parte superiore» prosegue Cooper.

L’uso ossessivo dei cellulari moderni

Oggi i cellulari sono dei veri e propri computer in grado di fare molte cose, ma l’ingegnere 95enne rimane molto sorpreso dall’uso smodato che se ne fa.

«C’è una vera e propria ossessione per gli smartphone. Le persone tengono gli occhi continuamente incollati allo schermo, anche quando attraversano la strada: sono fuori di testa. Sapevamo che un giorno tutti al mondo avrebbero avuto un cellulare e il sogno si è avverato».

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Cooper pensa che l’eccessiva attenzione verso gli smartphone diminuirà con il tempo. «Quando è arrivata la televisione le persone erano come ipnotizzate davanti allo schermo. Poi a poco a poco l’interesse si è spostato verso la qualità e la selezione dei programmi da guardare. In questa epoca siamo nella fase degli sguardi ipnotizzati agli smartphone ma non durerà. Le prossime generazioni saranno più intelligenti e impareranno ad usare il cellulare in maniera più efficace e consapevole».

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