Chiama il marito decine di volte durante la partita: denunciata per molestie

Una singolare vicenda arriva dalla Gran Bretagna

 

Chiamate insistentemente vostro marito, soprattutto se è impegnato in una delle passioni indiscusse degli uomini ovvero vedere la partite di calcio? Potreste rischiare grosso, come testimonia una strana vicenda arriva dalla Gran Bretagna. Una donna di 59 anni di nome Joanna Healey è stata infatti condannata per molestie dopo aver chiamato ripetutamente il marito durante una partita di calcio tra Chelsea e Manchester United. L’uomo, patito di calcio, si trovava a casa di amici per guardare la partita, mentre Joanna, che detestava il calcio, aveva deciso di rimanere a casa. Tuttavia Joanna non ha lasciato il marito in pace e ha iniziato a chiamarlo continuamente, chiedendo quando sarebbe tornato a casa o quando le avrebbe portato il cane per farle compagnia.

La donna, non ottenendo risposta dal marito, si è rivolta ai suoi amici, John e Debbie Ashworth, e ha continuato a chiamarli ripetutamente, costringendoli a spegnere il telefono per poter vedere la partita tranquillamente. Quando finalmente ha ottenuto una risposta, Joanna ha iniziato a insultare i due amici, definendoli “pedofili” e etichettando Debbie come “sgualdrina”. Di fronte a questo comportamento molesto e offensivo, il marito e gli amici hanno deciso di denunciare Joanna alle autorità.

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La donna aveva anche chiamato Debbie 59 volte in due ore prima della partita

Durante l’indagine, è emerso che Joanna aveva problemi di alcolismo e aveva recentemente perso il lavoro presso la palestra di arti marziali gestita proprio da John e Debbie Ashworth. Prima della partita, aveva anche tempestato Debbie con 59 chiamate e messaggi in sole due ore, ammettendo di aver bevuto quella sera. In tribunale, Joanna ha cercato di giustificarsi dicendo che era preoccupata per il suo cagnolino, ma questa spiegazione non ha convinto i giudici. Di conseguenza, è stata condannata a 12 mesi di servizio sociale, a una multa di 80 sterline e sarà sottoposta a giorni di riabilitazione come parte del suo periodo di libertà vigilata.

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