Le ciclovie più belle d’Italia: i vincitori dell’Oscar del cicloturismo 2025

Le ciclovie più belle d’Italia: pedalare con vista

 

Se pensavi che l’Italia fosse solo mare, vino e zanzare a luglio, forse ti sei perso l’ultima edizione del Green Road Award. L’Oscar del cicloturismo 2025 ha incoronato le ciclovie più belle d’Italia, e questa volta c’è da gonfiare le gomme e partire con entusiasmo. Al primo posto brilla la Cycling Riviera in Liguria, una pista ciclabile che scorre placida sull’ex ferrovia costiera, tra Ospedaletti e Imperia. Trenta chilometri di pura pianura, zero salite e tanta vista mare, perfetta per pedalatori esperti e improvvisati.

Medaglia d’argento per la Ciclovia Meridiana in Basilicata, un anello di quasi 300 km che parte da Potenza e abbraccia parchi naturali, borghi e silenzi. Sì, perché qui non senti il clacson di Milano ma il fruscio degli alberi e magari una capra. Servizi per e-bike, strutture bike-friendly e un paesaggio che merita più di una pausa ogni dieci minuti fanno il resto.

Cicloturismo in Italia: la classifica delle più belle piste ciclabili in Italia

Il terzo gradino del podio lo conquista la Puglia con la Ciclonica, 350 km ad anello nel cuore del Salento. Si parte da Lecce, si attraversano spiagge, parchi, borghi e si ritorna, magari con una buona dose di friselle nello zaino. Cinque sub-anelli rendono il percorso adatto anche a chi con la bici ha un rapporto altalenante. C’è perfino un’app per non perdersi, che già di per sé vale un premio speciale.

Tra le menzioni troviamo il Gran Tour del Lazio, un giro da oltre 1.000 km con partenza e arrivo a Roma. L’intermodalità con i treni rende il tutto meno estremo: pedali dove vuoi e torni a casa in vagone. Anche la Lombardia fa la sua figura con la Ciclovia del Sole nel tratto del Parco del Mincio, perfetta per chi sogna una pedalata tra fiumi e laghi senza sudare troppo.

Premi speciali e mete da esportazione: anche l’estero ci guarda

In Piemonte, la Ciclovia Bar to Bar ha conquistato la stampa. Si tratta di un anello tra Alba e le colline patrimonio UNESCO, dove pedalare è solo una scusa per fermarsi ogni due chilometri a degustare. Segnaletica e punti ristoro sono il minimo sindacale per sopravvivere all’abbondanza gastronomica.

Per i più spirituali (e allenati), la Via di Francesco in Umbria permette un pellegrinaggio su due ruote. Non serve la benedizione, ma gambe forti e un po’ di tempo. Tra natura, santuari e borghi, è un viaggio che riconcilia con sé stessi, purché non si fori a metà sentiero.

Infine, l’Oscar Estero va alla Slovenia, dove la bici è quasi una religione. Percorsi curati, aria buona e poco traffico fanno del Paese una destinazione perfetta per chi vuole esportare la sua passione a due ruote.

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Cicloturismo in crescita: un fenomeno sempre più diffuso

Il Green Road Award festeggia i suoi primi dieci anni e, con quasi 50 ciclovie premiate per un totale di 12.500 km, dimostra che il cicloturismo in Italia non è più una nicchia. I numeri parlano chiaro: 89 milioni di presenze e quasi 10 miliardi di euro generati nel 2024. Le Regioni hanno capito che due ruote possono portare lontano, e soprattutto far tornare indietro chi parte con il sorriso. Quindi sì, l’Italia si scopre anche pedalando. Non servono gambe d’acciaio, basta un po’ di curiosità e voglia di rallentare. Perché il bello del cicloturismo è che non devi per forza arrivare primo, l’importante è godersi ogni curva.

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