Perché i collegamenti ipertestuali sono blu?

Il colore standard dei link sul web in origine era il nero, poi si è passati al blu per un preciso motivo

 

Perché i collegamenti ipertestuali sono blu e non di un qualsiasi altro colore? Il nero per i link è stato il colore standard per molti anni, poi all’improvviso si è passati al blu.

I vantaggi del colore blu

Si può presumere che negli anni ’80 i monitor fosforescenti RGB stavano diventando più facilmente disponibili rispetto ai monitor fosforescenti monotoni che potevano produrre un solo colore.

Nel 1985 alcuni studenti guidati dal professore di informatica Ben Shneiderman dell’Università del Maryland condussero una serie di esperimenti su come i collegamenti ipertestuali di colore diverso influenzassero gli utenti. Tra i vari colori il blu era abbastanza scuro da spiccare sul fondo bianco, e abbastanza chiaro da apparire su uno sfondo nero.

Tra la metà e la fine degli anni ’80 gli sviluppatori lavoravano per capire quali elementi di design funzionassero meglio e quindi quali adottare. Non sorprende quindi che la vasta ricerca di Shneiderman e dei suoi studenti sulla progettazione di ipertesti, e altre questioni correlate, sia stata ampiamente descritta in riviste e conferenze. Il blu per i collegamenti ipertestuali si è rivelato il più adatto.

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Verso la metà degli anni ’90 era apparso in alcuni software fondamentali, tra cui una versione del browser World Wide Web. Quest’ultimo fu concesso in licenza da Microsoft per creare Internet Explorer, che ha utilizzato fin dall’inizio collegamenti ipertestuali blu. Il colore è anche il più facilmente individuabile da chi soffre di daltonismo.

Al giorno d’oggi i link sul web presentano anche molti altri colori che magari integrano quello di un marchio o rispondono al design di un particolare sito web.

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