Mi chiamo Ciro, ho origini chiaramente napoletane e non sono qui per alimentare divisioni, anzi, tutto l’opposto, sono qui perché vorrei lanciare un messaggio e far capire che nel 2024 avere ancora pregiudizi basati al proprio luogo di nascita, è completamente folle e non dovrebbe esistere come dinamica. La mia storia è molto semplice. Ho vissuto molto bene la mia vita fino ad un anno e mezzo fa quando, per motivi di lavoro dei miei genitori, mi sono dovuto trasferire da Napoli (dove ho ancora due nonni e una casa) a Roma. All’inizio è stato difficile nonostante avessi già 23 anni al momento del mio arrivo quindi non proprio un bambino. Nonostante ciò, ambientarsi non è facile così come non è facile sfuggire a pregiudizi e stereotipi. Non sono un ragazzo chiuso e permaloso, capisco alcuni tipi di comportamento e li accetto, ma fino ad un certo punto. Nonostante le difficoltà iniziali, pensavo di aver trovato degli amici fidati, Luca, Giorgio e Filippo, e allora, felice di questa possibilità dato che non erano mai stati a Napoli, ho deciso di invitarli lì per il mio venticinquesimo compleanno. Non è andata come speravo e ora non so più come comportarmi nei loro confronti.
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Il nostro fan Ciro ha voluto raccontare un’esperienza che per lui ha avuto un forte impatto emotivo e che, nel 2024, non dovrebbe più accadere. Con origini napoletane di cui va fiero, ha voluto condividere un episodio che ha evidenziato quanto i pregiudizi legati al luogo di nascita siano ancora presenti, anche tra i più giovani.
La sua storia parte da un cambiamento importante: un trasferimento da Napoli a Roma, avvenuto un anno e mezzo fa per motivi legati al lavoro dei suoi genitori. All’epoca Ciro aveva 23 anni, quindi abbastanza grande per affrontare un cambiamento con maturità, ma anche consapevole delle difficoltà legate all’ambientarsi in una nuova città. Nonostante tutto, ha cercato di affrontare la situazione con apertura e disponibilità.
Dopo un primo periodo complicato, Ciro ha creduto di aver trovato un gruppo di amici veri, persone in cui riporre fiducia e con cui condividere la nuova quotidianità. I nomi di questi amici sono Luca, Giorgio e Filippo. Sentendosi finalmente accettato, ha deciso di fare un passo importante: per il suo venticinquesimo compleanno ha organizzato un ritorno a Napoli e ha invitato proprio loro, desideroso di mostrare la sua città e vivere un momento speciale con chi considerava ormai parte della sua vita.
Purtroppo, le cose non sono andate come sperava. L’esperienza non si è rivelata affatto positiva, e ciò che è accaduto ha lasciato in Ciro un profondo senso di delusione e amarezza. Il suo racconto lascia intendere che, dietro comportamenti apparentemente amichevoli, si nascondevano ancora stereotipi e giudizi che lui credeva superati.
Ora si ritrova in una posizione difficile: non sa più come comportarsi con quelle stesse persone che pensava fossero diventate amici sinceri. Il suo messaggio vuole essere un invito alla riflessione, un modo per dire che certe dinamiche non dovrebbero più esistere. Una testimonianza che unisce dignità, consapevolezza e desiderio di superare barriere che non dovrebbero mai dividere le persone.
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