Fonte: Pixabay
Lo sguardo è un elemento essenziale nella comunicazione tra esseri umani. L’espressione “gli occhi sono lo specchio dell’anima” fa ben capire come da un solo sguardo si possa comprendere lo stato d’animo di una persona, anche quando non viene palesemente espresso con le parole.
L’uomo, del resto, è un animale sociale e nel corso della sua evoluzione ha sempre vissuto in gruppo, costruendo relazioni sociali complesse. Gli studiosi hanno ipotizzato che questa condizione abbia portato il nostro cervello a sviluppare una maggiore capacità di concentrarsi sui segnali sociali provenienti dai volti, e in particolare dagli occhi.
Un recente studio, condotto da ricercatori della McGill University di Montreal, in Canada, ha dimostrato che gli esseri umani sono in grado di comunicare intenzioni attraverso il solo sguardo, anche prima che gli occhi si muovano effettivamente. Questa scoperta evidenzia come il cervello umano possa rilevare segnali sottili e anticipare le intenzioni altrui basandosi su micro-movimenti oculari quasi impercettibili.
Nell’esperimento, i partecipanti osservavano video di persone che stavano per spostare lo sguardo a sinistra o a destra. I video venivano interrotti appena prima del movimento effettivo degli occhi. I risultati hanno mostrato che gli osservatori erano più rapidi nel prevedere la direzione dello sguardo quando il movimento era intenzionale rispetto a quando era guidato da istruzioni esterne. Questo suggerisce che il cervello distingue tra sguardi intenzionali e non intenzionali, elaborando segnali diversi in ciascun caso.
I ricercatori ipotizzano che questa capacità di percepire informazioni dell’altra persona attraverso lo sguardo abbia radici evolutive, essendo stata utile per la sopravvivenza in situazioni in cui la comunicazione verbale poteva essere pericolosa, come durante la caccia o in presenza di predatori.
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Inoltre, comprendere meglio tali meccanismi potrebbe avere implicazioni significative per lo studio condizioni che compromettono le abilità sociali, come il disturbo dello spettro autistico o il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) dove l’interpretazione dei segnali non verbali, e quindi anche dello sguardo, può essere compromessa.
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