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Gli antichi romani erano abili politici e grandi conquistatori, eccellevano nell’amministrazione dello Stato, disponevano di un ordinamento giuridico articolato e complesso, potevano vantare una vasta cultura grazie a numerosi ed eccelsi autori latini. Era però anche un popolo dedito ad usanze ed abitudini che ad un occhio moderno appaiono eccentriche e bizzarre.
Le feste romane erano note per la baldoria a cui erano dediti gli ospiti. I ricevimenti prevedevano banchetti a base di piatti esotici e una grande varietà di pietanze. Quando avevano raggiunto la sazietà, i romani rigurgitavano il cibo per fare nuovo spazio nello stomaco e continuare a mangiare.
I medici romani prescrivevano di bere il sangue dei gladiatori per curare malattie come l’epilessia e l’infertilità. Poiché era un elemento piuttosto difficile e costoso da reperire tra i combattenti in vita, spesso veniva utilizzato il sangue dei gladiatori giustiziati.
Gli abiti rosso porpora erano vietati ai comuni cittadini e destinati solo agli imperatori romani. Il colore era ricavato dalle conchiglie di murice, un mollusco che secretava da una ghiandola un liquido vischioso di colore violaceo e che nell’antichità era utilizzato per la colorazione delle stoffe. Il colore era molto pregiato e costoso, per cui destinato solo agli imperatori. Era vietato e considerato reato a chiunque altro vestirsi di rosso porpora.
Gli alti funzionari e uomini di stato, politici e personaggi illustri, avendo paura di essere vittime di congiure e attentati, spesso assumevano quotidianamente piccole quantità di veleno per assuefare l’organismo ed arrivare ad essere immuni.
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Gli antichi romani usavano l’urina per fare il bucato, poiché conteneva ammoniaca, efficace nella pulizia e nello sbiancamento dei panni. L’urina veniva raccolta dalle tintorie romane sparse per la città. Oltre all’urina si utilizzava la cenere per contribuire a sciogliere lo sporco nei tessuti.
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