Perché la crema nel biscotto resta attaccata solo da un lato? Risponde la scienza

Spesso nei biscotti la dolce cremina rimane ancorata ad un lato della cialda

 

Ognuno ha il proprio modo di gustare i biscotti. C’è chi adora assaporarli tutti in un boccone e chi, invece, preferisce spezzarli a metà e mangiare per prima la dolce crema al loro interno.

Spesso però capita che proprio la golosa guarnitura rimanga ancorata ad un solo lato della cialda. A tal proposito, una scienziata dell’Università statunitense del MIT ha cercato di scoprire la motivazione dietro la quale si cela questo strano evento.

Più precisamente, il team di esperti si è fossilizzato sullo studio del famoso biscotto Oreo, dal quale ha preso il nome il fenomeno esaminato: l’Oreologia (“Oreo” dal classico biscotto e “logia” dal greco “studio del flusso“, rheo-logia).

Per quanto riguarda gli Oreo, la dottoressa era da sempre desiderosa di scoprire il modo migliore per aprire un biscotto di questo tipo per ottenere una spaccatura omogenea della crema al suo interno. “Ho cercato di dividerlo in modo uniforme tra i wafer in modo da coprire entrambe le metà, il che secondo me migliora il suo sapore. Ma quell’impresa si è rivelata difficile da raggiungere usando solo le mani” ha spiegato la donna.

Come dividere adeguatamente un biscotto?

All’inizio dei suoi studi universitari al MIT, Owens stava studiando fluidi di stress da divisione fatti di nanotubi di carbonio sul reometro del laboratorio, uno strumento utilizzato per caratterizzare il flusso di una sostanza in risposta a forze più potenti.

Il reometro ruota il fluido tra dischi paralleli per misurarne la viscosità. “Mi sono resa conto di avere le giuste conoscenze e gli strumenti giusti per studiare la rottura dell’Oreo utilizzando rigorosamente le nostre apparecchiature di laboratorio“, ha detto. “Così ho proposto l’idea al mio consulente di ricerca dando così vita al progetto“.

Gli Oreo sono un “esempio canonico di reometria a piastre parallele” ha riferito la specialista, descrivendo i biscotti come un “composito laminato a tre strati da gustare ogni giorno. La crema è il campione fluido e i due wafer sono le piastre parallele. La controrotazione dei wafer fa sì che la crema si rompa e scorra prima di fratturarsi” ha specificato la Owens.

La studiosa e i suoi coautori hanno acquistato gli Oreo per i loro esperimenti in un negozio di alimentari locale. Hanno inoltre comprato altri cookies, come i Double Stuf ed i Mega Stuf per testare altri diversi livelli di crema e di gusti. Una volta in laboratorio, gli esperti hanno attaccato ogni biscotto a delle apposite piastre parallele del reometro con una pistola per colla, per poi ruotare una cialda lasciando intatta l’altra per vedere quanta guarnitura rimanesse su ciascun panetto.

Un “Oreometro” 3D aiuterà i golosi a spaccare omogeneamente il biscotto

Dallo studio è emerso che la velocità di rotazione gioca un ruolo importante nel determinare se i biscotti (e la crema al loro interno) si rompano in modo omogeneo o meno. “Se provi a torcere gli Oreo più velocemente, ci vorrà più forza e potenza” ha spiegato la Owens.

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La distribuzione del dolce composto è dovuta dal livello di adesione tra la crema e i famosi cookies. Inoltre, per tutti gli amanti degli Oreo, il team di studiosi ha creato un “Oreometro” in 3D in modo tale da dividerli perfettamente.

 

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