Ecco gli animali che muoiono perché si accoppiano troppo spesso

La dura vita degli antechini

 

A volte la natura può essere davvero spietata, e questo è decisamente il caso. In questo articolo, infatti, passeremo in rassegna tutte le specie animali destinate a lasciare questo mondo a causa… di accoppiamenti troppo frequenti. Ebbene sì, di troppo amore si può morire. Il caso più rappresentativo? Quello dei maschi di antechino, un piccolo marsupiale australiano. Questi animali si congiungono alla loro dolce metà solo una volta nella vita. Basta quella, però, per essere fatale.

Dopo lo svezzamento, i giovani maschi si allontanano dalla famiglia di origine e subiscono una trasformazione davvero notevole: le gonadotropine, ovvero gli ormoni responsabili del loro desiderio, si alzano alle stelle, così come i livelli di stress. Gli antechini diventano aggressivi e ossessionati, al punto di smettere di mangiare e di dormire. Il loro unico obiettivo è quello di accoppiarsi con quante più femmine possibili per 12 ore consecutive, al termine delle quali stramazzano al suolo morenti.

La maratona dell’amore

Nel mese di settembre si compie una vera e propria strage: tutti gli esemplari di questa specie muoiono a causa della fatica, del collasso del sistema immunitario o delle lotte che ingaggiano per contendersi le femmine. Al mondo ci sono numerose altre specie destinate a morire per il troppo accoppiamento.

Tra queste, ad esempio, ci sono i fuchi. Il loro unico e supremo scopo è quello di unirsi all’ape regina, per generare altra prole. Dopodiché, moriranno o saranno uccisi dalle api operaie. Anche i salmoni non fanno eccezione: dopo l’incredibile fatica che costa loro migrare nuotando controcorrente per raggiungere la meta, le femmine depongono le uova e lasciano questo mondo.

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Ai maschi non va certo meglio: vivono leggermente più a lungo solo per proteggerle fino a quando non si schiuderanno. Infine, l’ultimo caso di animali uccisi da accoppiamenti troppo frequenti riguarda una curiosa specie originaria del Madagascar. Si tratta del Labord, che vive appena 3 o 4 mesi: giusto il tempo necessario per crescere, accoppiarsi, depositare le uova e, infine, morire.

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