Giocare ai videogiochi? Fa bene alla mente e a imparare meglio cose nuove

Gaming e sviluppo cognitivo: scopri come i videogiochi possono potenziare mente e attenzione

 

In molti li considerano strumenti di distrazione, ma i videogiochi possono essere veri alleati dell’apprendimento digitale. Secondo Silvia Pizzoli dell’Università Vita-Salute San Raffaele e in collaborazione con l’Università della Svizzera Italiana, l’evidenza scientifica conferma benefici cognitivi notevoli. Giochi d’azione e avventure interattive favoriscono l’attenzione selettiva, la memoria di lavoro e la rotazione mentale degli oggetti.

Gli studi indicano che chi gioca regolarmente diventa più abile nel “learning to learn”, ovvero sviluppa strategie per apprendere nuove informazioni in modo più efficace. Non si tratta di magia o di diventare supereroi, ma di una vera e propria riorganizzazione cognitiva che rende l’esperienza ludica educativa.

Applicazioni terapeutiche e digitali dei videogiochi

Il gaming non si limita al tempo libero: videogiochi terapeutici hanno ottenuto approvazioni ufficiali come EndeavorRx per bambini con ADHD. Realtà aumentata e virtuale ampliano ulteriormente le possibilità di intervento, permettendo sessioni mirate che stimolano attenzione, memoria e processi decisionali. Questi strumenti digitali mostrano come il confine tra intrattenimento e educazione si stia assottigliando.

Non tutti i videogiochi sono creati uguali: quelli d’azione e strategia mostrano risultati più evidenti, mentre giochi più passivi offrono vantaggi limitati. L’importante è scegliere titoli adatti all’età e ai bisogni del ragazzo, con un equilibrio tra divertimento e stimolo cognitivo.

Linee guida per un uso educativo

La supervisione genitoriale resta cruciale: monitorare come i ragazzi reagiscono prima e dopo ogni sessione permette di modulare tempo e contenuti. Secondo le indicazioni della ricerca, 30-40 minuti di gioco massimo 3 volte a settimana rappresentano un dosaggio sicuro ed efficace. Questo approccio aiuta a prevenire effetti negativi e a valorizzare i benefici cognitivi.

Le fasce d’età guidano le modalità di utilizzo: fino a 2 anni l’esposizione va evitata, dai 6 ai 12 anni il controllo dei contenuti è fondamentale, mentre dai 13 anni in su è possibile sviluppare un uso più autonomo e responsabile. L’equilibrio tra regole e libertà è la chiave per trasformare il gaming in uno strumento educativo concreto.

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Benefici cognitivi e sociali

Oltre ai miglioramenti cognitivi, i videogiochi favoriscono il tracking visivo, la pianificazione strategica e la gestione di stimoli complessi in movimento. Possono ridurre sensazioni di isolamento e supportare lo sviluppo di competenze sociali, soprattutto nei giochi multiplayer che richiedono collaborazione e comunicazione. L’uso controllato e moderato dei videogiochi non è solo innocuo, ma può diventare un potente alleato educativo. I genitori informati possono trasformare il tempo davanti allo schermo in un’opportunità di crescita cognitiva e sociale, senza rinunciare al divertimento digitale.

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