Gruppo criminale vende false mappe del tesoro e truffa dozzine di vittime

La truffa del secolo: mappe, oro e fantasia

 

C’è chi sogna di trovare un tesoro e c’è chi, invece, ci costruisce sopra un business. È successo in Turchia, dove una rete criminale ha sfruttato con grande creatività (e zero scrupoli) il desiderio di ricchezza facile di decine di persone. Il trucco? Vendere mappe del tesoro abilmente invecchiate, disegnate a mano, con tanto di località familiari per aumentare la credibilità.

Il gruppo di truffatori, composto da decine di persone coordinate, si spostava tra le zone rurali promettendo fortune sepolte sotto la terra. Una volta mostrata la mappa “autentica”, si offrivano di venderla, spiegando di non poter cercare il tesoro personalmente per via della loro “non familiarità” con il territorio. Ovviamente tutto dietro pagamento.

Truffa della mappa del tesoro: il secondo atto è il più geniale

Ma il vero colpo di genio arrivava dopo. Le vittime, animate dall’euforia del ritrovamento (a volte anche pilotato dai truffatori stessi), venivano ricontattate per sapere se avessero già trovato qualcosa. Una volta che qualche contadino entusiasta raccontava di aver dissotterrato delle “statue d’oro” o monete, ecco l’ingresso in scena del finto sacerdote.

L’uomo di fede, esperto in reliquie e antichità (almeno secondo la sceneggiatura), faceva una videochiamata e, osservando gli oggetti, ne decretava il valore inestimabile. Ovviamente suggeriva cautela: venderli in Turchia sarebbe stato rischioso per via delle leggi sui beni culturali, ma “per fortuna” aveva contatti all’estero pronti a pagare cifre astronomiche.

Il miraggio della ricchezza e l’amara verità

I contadini, a questo punto completamente immersi nella trama, pagavano volentieri la commissione al sacerdote-truffatore, convinti che il guadagno fosse dietro l’angolo. Ma come spesso accade quando la realtà supera la fantasia, i sogni d’oro si trasformavano in fregature: nessuna vendita internazionale, nessuna ricchezza, solo statuette di metallo dipinte alla buona e un conto in banca un po’ più leggero.

Il successo della truffa è stato tale che, a un certo punto, la voce ha iniziato a spargersi. Non per la presenza di un tesoro, purtroppo, ma per il crescente numero di truffati. Diversi di loro hanno trovato il coraggio di denunciare tutto alla polizia.

I truffatori arrestati

Le autorità turche hanno iniziato a collegare i casi, notando una preoccupante somiglianza nelle dinamiche raccontate. L’indagine, estesa a ben nove province, ha portato all’arresto di decine di persone coinvolte nella truffa. I capi della rete sono stati individuati nella cittadina di Tuncelli, dove è scattata un’operazione coordinata che ha portato anche al sequestro di materiale utile a confermare le accuse.

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Il tesoro, alla fine, c’era davvero. Ma era nelle mani dei truffatori, che avevano costruito un sistema a prova di creduloni con una sceneggiatura quasi hollywoodiana. Solo che stavolta, a differenza dei film, i buoni sono arrivati alla fine e hanno messo tutti dietro le sbarre.

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