Fonte: Pixabay
Per secoli, l’intelligenza comparata tra cani e gatti ha suscitato dibattiti accesi tra proprietari e amanti degli animali. I cani sono spesso considerati più addestrabili e collaborativi, mentre i gatti appaiono più indipendenti e selettivi nelle interazioni. Ma cosa ci dice la neuroscienza?
Uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori, guidato dalla neuroscienziata Suzana Herculano-Houzel, della Vanderbilt University, Stati Uniti, ha analizzato in modo innovativo i cervelli di varie specie, tra cui cani e gatti, per rispondere alla domanda: quale specie ha una maggiore capacità cognitiva in base alla struttura cerebrale?
Il cuore della ricerca è l’analisi quantitativa del numero di neuroni nella corteccia cerebrale, la parte del cervello responsabile di funzioni complesse come la percezione, la pianificazione e il comportamento sociale. Utilizzando un metodo sviluppato dalla stessa Herculano-Houzel, i cervelli vengono trattati con una soluzione chimica per ottenere una specie di “zuppa cerebrale”. In questo liquido, i neuroni possono essere isolati e contati con precisione.
Lo studio ha preso some riferimento i neuroni perché «sono le unità fondamentali per l’elaborazione delle informazioni», ha affermato Herculano-Houzel. «Più unità si trovano nel cervello, più l’animale è capace di pensare». Per creare la “zuppa di cervello” che ha prodotto i suoi risultati, il team di ricerca ha utilizzato solo una parte del cervello chiamata corteccia cerebrale, responsabile di diverse funzioni tra cui i processi decisionali e la risoluzione dei problemi.
Nel confronto diretto, i cani (uno di razza golden retriever e uno meticcio piccolo) hanno mostrato una media di 500–530 milioni di neuroni corticali, contro i circa 250 milioni del cervello di un gatto. Questo dato è significativo: i ricercatori sostengono che il numero di neuroni nella corteccia è una misura molto più affidabile dell’intelligenza animale rispetto alla sola dimensione del cervello.
Lo studio ha incluso anche altre specie di carnivori per avere un contesto più ampio: orsi bruni, iene e persino il procione. Sorprendentemente, sebbene l’orso abbia un cervello tre volte più grande di quello di un cane, ha circa la stessa quantità di neuroni di un gatto. Le iene, pur avendo un cervello voluminoso, non superano significativamente i gatti in termini di neuroni corticali. In controtendenza, i procioni possiedono cervelli piccoli come quelli dei gatti, ma hanno un numero di neuroni simile a quello dei cani, un dato che suggerisce un’inaspettata complessità cognitiva.
Per fare un paragone, gli esseri umani hanno di gran lunga il numero più alto di neuroni nella corteccia cerebrale: ben 16 miliardi a persona. Tra i nostri cugini più prossimi, oranghi e gorilla ne hanno circa otto-nove miliardi, mentre gli scimpanzé ne hanno circa sei-sette miliardi. Tra gli animali non primati più intelligenti studiati dal team di ricerca ci sono gli elefanti, che possiedono 5,6 miliardi di neuroni.
I risultati sottolineano che la dimensione cerebrale non è di per sé un indicatore affidabile dell’intelligenza. Infatti, ogni specie sembra “costruire” il proprio cervello in modo differente, con strutture e densità neuronali adattate al proprio comportamento evolutivo. Il numero di neuroni nella corteccia, invece, offre un parametro più concreto per stimare la capacità di elaborazione mentale e la complessità del comportamento.
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Secondo Herculano-Houzel, ciò implica che i cani abbiano potenzialmente una maggiore capacità cognitiva rispetto ai gatti, almeno in termini di elaborazione neurale. Tuttavia, questo non significa che i gatti siano “meno intelligenti” in senso assoluto, ma che la loro intelligenza si manifesti in modi differenti.
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