Il lato oscuro della Body Positivity: cosa c’è di sbagliato

Il movimento della Body Positivity tende ad enfatizzare l’accettazione del proprio corpo, ma non è sempre così “positivo”

 

La Body Positivity è un movimento sociale che enfatizza l’immagine positiva del corpo e la rappresentazione paritaria. Mentre questo movimento è stato (e continua ad essere) immensamente necessario e trasformativo, bisogna analizzarlo in profondità. In effetti, può diventare nocivo per una serie di ragioni. Ecco alcuni esempi spiegati dagli esperti.

Positività tossica

L’eccesso di positività nei social media è noto come “positività tossica” e si riferisce all’idea di concentrarsi solo sugli aspetti positivi della vita, rifiutando o liquidando le emozioni negative, che fanno comunque parte della nostra natura umana. “Le campagne di Body Positivity hanno il cuore al posto giusto. I loro messaggi sono buoni e – avete indovinato – positivi. Sii resiliente. Sii sicuro di te. Ama il tuo corpo”, ha spiegato a PsychologyToday la professoressa Heather Widdows, dell’Università di Birmingham. “È difficile essere resilienti di fronte a un ideale di bellezza dominante e potente. In una cultura visiva e virtuale, il nostro corpo è ciò che siamo. Vergognarsi del proprio corpo significa vergognarsi di sé stessi. Se proviamo vergogna, dirci che non dovremmo sentirci come ci sentiamo può peggiorare la situazione. Può farci sentire ancora più in colpa”.

“Si rischia di dover nascondere il dolore e la vergogna che si prova e fingendo di essere positivi. È già abbastanza brutto sentirsi infelici con qualche aspetto del nostro corpo, senza dover mentire sul sentirsi male. Affinché le campagne body-positive siano davvero positive, dobbiamo essere sicuri che non mettano solo un’altra richiesta in cima alle già forti richieste di apparire in un certo modo. Dobbiamo anche essere sicuri che stiano davvero celebrando tutti i corpi”, ha aggiunto.

Rischi per la salute

“Il movimento della positività del corpo è meraviglioso per quelle donne e uomini che possono sperimentarlo, ma non è per tutti”, ha scritto la dottoressa Fadoua Soussi, che prende come esempio le persone con problemi di peso: “se un corpo è snello o obeso, normalmente ha una relazione diretta con lo stile di vita che conduce. Come regola generale, una persona che fa esercizio, beve molta acqua e mangia sano ha un fisico più atletico o snello. D’altra parte, la persona che mangia cibo spazzatura e vive una vita sedentaria tende ad avere un fisico più incline all’obesità e ai problemi di salute che vanno di pari passo con questa malattia (diabete, malattie cardiache e pressione alta)”.

“A mio parere, come persona che si occupa di ricerca sulle malattie cardiovascolari, questo è il punto più controverso della Body Positivity. Coloro che sostengono questo movimento dicono che un corpo deve essere accettato indipendentemente dalla sua condizione”, ha spiegato.

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“Se si tratta di qualcosa che non può essere cambiato (come la razza o l’altezza), è bene che sia accettato così com’è. Ma perché dovremmo accettare un tipo di corpo che potrebbe non essere sano? Perché non cambiare ciò che può essere cambiato? Quando l’obesità coesiste, non si dovrebbe soltanto ‘imparare ad abbracciare il proprio corpo’, ma imparare ad amare il proprio percorso. Un approccio in cui si possono amare le proprie ‘imperfezioni’ e allo stesso tempo cercare di cambiarne alcune per il bene della propria salute. Dobbiamo imparare ad amare noi stessi al nostro ritmo, dobbiamo imparare a camminare sul sentiero dell’autostima, e capire i nostri bisogni mentali”.

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